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Visualizzazione dei post da novembre, 2016

Fango

 Chiudo questa porta in maniera definitiva. Infilo la chiave nella toppa la giro e la butto via. E' un addio. Per sempre. Ma come funziona con gli addii? Sono definitivi? Hanno l'eternità che la maggior parte delle storie d'amore non hanno? Quando diciamo addio lo diciamo per sempre? Sono stata per anni in qualcosa che mi sono resa conto di non volere da un bel pezzo. Succede a volte. Ma la cosa più strana e brutta è non riconoscere la persona con cui ho percorso un gran tratto di strada. Non vedere più nulla in quello sguardo. Chiedersi cosa ho visto in quelle spalle larghe e in quelle ciglia lunghe. Se le persone che hanno fatto parte della nostra vita portano con sè un pezzo di noi dove sono finita? Dove è finito quello che c'è stato? È come guardarsi indietro e vedere tutto buio. Percorrere una scala che porta da un lato all'altro della montagna e nel percorrerla voltarsi indietro e vedere il vuoto. Più vado avanti più si sgretola la s

Fidanzato in affitto

Ci sono giorni freddi e bui, tristi e grigi. Giorni in cui non puoi mangiare la nutella perchè sarà almeno un mese che esageri coi dolci. Quei giorni li in cui ti senti persa e sola e triste: quei giorni brutti pensi che bisognerebbe poter prendere un fidanzato in affitto, uno di quelli che ti viene a recuperare a casa, come ai vecchi tempi. In sella ad un cavallo bianco e vestito d'azzurro (che poi è anche il tuo colore preferito). Che ti viene a salvare dalle sabbie mobili in cui ti senti sprofondata, in quel vago buco nero in cui a volte ti senti finita. Qualcuno che ti prepari un piatto di pasta, ti accarezzi i capelli e ti culli per un po', dandoti la buonanotte. Ma solo un giorno alla settimana. Fidanzata sì, ma a tempo determinato. Che in fondo non hai voglia dello sbattimento di fare continui compromessi, e di dover render conto di quello che fai. Che la vita che conduci ti va bene così: senza regole, senza orari, piena di infinite possibilità, di miriadi di opport

Allora ciao

E poi incontri quelli che sarebbero disposti a farsi vedere nudi sotto ogni angolatura e prospettiva, in tutti i laghi modi e luoghi. Quelli che hanno provato tutte le posizioni del kamasutra, ma quando si tratta di sentimenti no. Allora no. Io non mi innamoro mai. Stai attenta a me. Stammi lontana. Non ti innamorare di uno come me. Ti farei soffrire e basta . E scatta in ogni donna l'istinto di riscattare questo pover uomo che non riesce ad aprire il suo cuore. Allora sarò io a fargli conoscere l'amore, quello che ti cambia e ti migliora, quello che ti riempie la vita e gli occhi di sentimento. E io sarò più forte della sua indifferenza, del suo freddo distacco, del suo scetticismo. Io sarò l'eletta e vincerò il suo cuore imprigionato. Ma quelli così, tutti pieni di se e del loro valore, gonfi con le loro parole che sanno di niente non li prendi mai. Non si fermano. Non ti aspettano. Ti girano intorno con le loro piume azzurre come pavoni, ti accarezzano ma quan

Comprendere

Qualcuno tempo fa mi ha detto: “puoi fare di più”. Non capivo cosa intendesse, a cosa si riferisse. Forse non c'era un senso specifico. A volte le persone si avvicinano a noi portandoci dei messaggi che in qualche modo devono arrivarci. E a mandarli è il cosmo o il destino o qualche angelo custode. Non importa perché e come arrivino. Quello che importa è il significato che attribuiamo a quei messaggi. Come quando indossi un vestito. Il punto non è cosa stai indossando ma come ti sta addosso, come ti fa sentire, come ci stai dentro. A volte le cose che ci arrivano sono li per insegnarci qualcosa: ed è una magia inaspettata, come un sole d'autunno: illumina, scalda e ci sorprende in un secondo. Oggi capisco che fare di più per me vuoi dire oltrepassare e comprendere. Comprendere che quello che sono stata in realtà non se ne è mai veramente andato. È sempre parte di me. Come se avessi oltrepassato un ponte lunghissimo. E nel passarci sopra avessi attraversato molti moment

Occhi negli occhi

Qualche giorno fa sono stata ad un evento chiamato world eye contact. Non sapevo bene cosa fosse e mi sono buttata in questo “esperimento” in cui ai partecipanti era chiesto di guardare negli occhi per un minuto almeno, un perfetto sconosciuto. Guardarsi negli occhi. Sessanta secondi. Sembra facile, no? E no. Nella vita quotidiana siamo schermati, nascosti da occhiali da sole, ruoli professionali e a volte sociali. Abbiamo l'ironia, il sarcasmo, in generale la parola come “maschere” protettive. Ci proteggono ma al contempo ci allontanano dagli altri. E poi ci sono gli smartphones. Questa prolunga umana, questa porta di accesso ad una realtà ovattata ed alternativa. Così abbiamo perso la capacità di guardare negli occhi le persone, una cosa così semplice e naturale. Siamo sempre li a controllare quante notifiche su Facebook, quanti “mi piace” quanti messaggi su whatsapp. Come se fossero l'eco del nostro successo. Come se dicessero al mondo che esistiamo davvero, ch