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Visualizzazione dei post da 2017

Come sarò da grande

Quando sarò grande voglio essere come Mara Maionchi. Una che dice sempre quel che pensa, anche se questo significa spesso essere la voce fuori dal coro, l'elemento dissonante, incapace di adeguarsi. Mara, classe '41 del segno del Toro: pragmatica, schietta, che cammina sempre a testa alta. Una che fa la discografica e che a sessant'anni suonati indossa la giacca di pelle nera con le borchie. Una che è sempre fedele a se stessa e che dopo i palcoscenici poi ha una vita assolutamente normale. Una che ha saputo conciliare sogni e realtà. Un infanzia normale come quella di molte persone. Una che ha fatto molta strada prima di trovare la sua ma poi quando l'ha imboccata, finalmente, non ha sbagliato un colpo. Una che fa la nonna ma indossa gli orecchini a forma di viti. Un connubio eccezionale di talento e normalità perché si può essere assolutamente unici e geniali conducendo una vita normalissima.

Wine Nest

Il posto di cui vi parlo si chiama Wine nest, che significa il nido del vino. Sarà perché è un wine bar piccolino e un pò nascosto dal traffico di Torino, in una zona lontana dal centro, sarà per il clima caldo e familiare che si respira, sarà perché il titolare ti fa un pò pensare a Mario di "Certe notti" di Ligabue: uno a cui potresti raccontare tutto. Le pareti sono color vinaccia ad anticipare che qui potete trovare dei vini per tutti i gusti. Il proprietario sa consigliarti cosa bere se sei indeciso ma anche lasciarti scegliere senza alcuna fretta. È un posto radical chic, al centro del locale una moto che inneggia ai Diari della motocicletta. Come fare un viaggio, seduti comodamente al tavolo della vineria sorseggiando un Grignolino o magari un Lambrusco. In settimana ci sono moltissime serate con apericena : la cucina è ottima e la cuoca fa una crostata eccezionale. Spesso oltre al vino in tarda serata potrete gustare un buon tè marocchino, nei bicchieri di vetro tut

Via stampatori

Passando per via Garibaldi e svoltando in via stampatori mi sono imbattuta in una corte di come quelle che nascevano nel rinascimento. Li, all'interno di una palazzina del 17°secolo, nell'angolo destro dietro una vetrata di forma semicircolare ho scoperto questo piccolo bijoux. Un negozio di profumi che sembra volutamente nascosto, come un segreto tra amanti,  come un' inconfessabile verità, come una gemma in fondo al mare. Il negozio è oltretutto piccino picciò il che contribuisce a renderlo affascinante in maniera affatto originale. E dietro questa vetrata in ferro battuto un mondo di profumi. Profumi leggeri che sanno di ambra, di viole, di castagne e di fico. Oppure profumi personali venduti dentro scrigni di stoffa dalle fantasie orientaleggianti. Tutto con ingredienti naturali e realizzati in Italia. Troverete anche candele profumate ed essenze. I prezzi? Non così cari come la location farebbe supporre. Il posto vale la pena anche solo per curiosare un pò, per rimaner

Nora books and coffee

Un altro posto vivamente consigliato. Per leggere, per fare quattro chiacchiere con la barista, per comprare libri, vini e miele pregiatissimo. Sentirsi a casa accomodandosi sul divanetto, in un posto senza discriminazioni di nessun tipo. Caffè alla cicoria, infusi e cibi bio ma anche alcolici e snack salati. Venite qui a rilassarvi un pò davanti ad una cioccolata calda,a farvi coccolare dall'aria natalizia e dalle lucine in vetrina, a farvi conquistare dal clima amichevole che si respira . Un posto per intellettuali, per chi si approccia guardingo ai libri e per chi non sa cosa aspettarsi e ha voglia di essere sorpreso. WiFi gratis e prezzi ottimi. E se vi avvicinate al bancone in un barattolo troverete una sorpresa. Quale? Scopritelo andandoci. In via delle Orfane 24/d.

Farsi passare la Luna's torta

Eccolo qui un altro posto di Torino che consiglio. Il posto dove bere una tisana o una cioccolata calda, accompagnati da brioches o una fetta di torta. Non a caso il posto si chiama Luna's torta (via Belfiore 50). Anche se è un nome ereditato dall'attuale proprietaria in realtà le torte la fanno da protagonista. Grano saraceno, noci, marmellata, dolci alla banana. Il locale è pieno zeppo di libri: odora di cultura e corteccia di alberi. Divanetti comodi comodi, tavolini bassi e tavoli quadrati e trasparenti : per chi ha voglia di rilassarsi, per chi ha voglia di assaggiare qualcosa di buono mentre sfoglia un quotidiano, per chi ha voglia di raccontarsi con gli amici. Questa torteria speciale ospita eventi culturali come letture di libri e di poesie, piccoli concerti e spettacoli di cabaret. E ti senti coccolato tra i cuscini colorati e le poltroncine morbide che ti avvolgono. Il personale è molto cortese e simpatico pronto a toglierti il broncio con un brunch che si fa ricord

Cara J.

Cara Jennifer. Che forse ti sei scordata un pò di te, dietro a quei capelli biondi e quel sorriso. Dietro quegli occhi chiari chiari, pieni di "non detti". Non dimenticarti di te. Che dietro alle merende, dietro ai viaggi in treno, dietro alle candeline dei compleanni ci sei sempre tu. Sempre tu con la tua risata facile, con le matite colorate ed il liceo artistico. Sempre tu e i tuoi quadri di Klimt. E dove sei dove sei finita a volte me lo chiedo e non mi rispondo. Quella lì che rideva per un nulla qualsiasi. Quella che ballava davanti allo specchio le canzoni di Madonna in playback. Quella che guardava Beautiful e ogni tanto leggeva Coelho. Quella che mi veniva a prendere a scuola. La mia mamma numero due, cresciuta forse troppo in fretta suo malgrado. Ricordati del mascara e dello smalto sulle unghie, ricordati di vivere anche un pò per te ogni tanto. Ricordati che la vita è un ' altalena e che a volte a ridere basta davvero poco. Ricordati di te. Ricordati di noi. E

Palermo secondo me

Palermo è una città rumorosa. Un posto che si fa sentire. Con il traffico, le auto incolonnate, gli autisti di pullman con una pazienza infinita ad aspettare che gli incroci si rendano liberi. Una città multietnica pakistani, indiani, africani a riempire negozi di alimentari e in giro per il mercato di Ballarò. Palermo sono i bidoni dell'immondizia che si riempiono di giorno e magicamente si svuotano ogni notte, a Palermo si mangiano arancine e pane e panelle e tutte le strade sanno di pane abbrustolito. A Palermo le persone sono come le vedi, sono sostanza e nella maggior parte dei casi zero convenevoli. E tutti ti vogliono aiutare con le loro indicazioni disordinate, poco sintetiche e trafficate anch'esse. Palermo è una città che ha visto molti cambiamenti. Una città che ha visto moltissimi passaggi. Una città che è stata ricostruita un sacco di volte in cui tutto sembra provvisorio, nulla è come era in origine. Una città bellissima, dove la bellezza si nasconde dietro la d

Angeli

Ci sono persone che ti cambiano per sempre. Passano attraverso la tua vita, ti tendono una mano e quando la afferri e lasci che ti asciughino le lacrime ti guardi allo specchio e non sei più la stessa. E la vita può fare giri immensi ma il cuore rimane sempre li, tra quelle ali di angelo che ti sono state vicino. E chi ti aiuta quando la vita si fa dura ed il cuore ti è andato in pezzi non te lo scordi più. E un pezzo del tuo cuore sarà sempre in mano a quell'angelo. Perché asciugandoti le lacrime un pezzo di quell'amore è passato attraverso di te cambiandoti per sempre e cambiando il tuo angelo per sempre.

Edizioni limitate: Profumeria San Federico

Esiste un piccolo scrigno profumato proprio sotto i portici di via Roma ad un passo dal cinema Lux, nella galleria San Federico. Sembra di entrare in una farmacia antica con tutti i medicinali disposti perfettamente in fila sugli scaffali. Ma invece sono oggetti preziosissimi. Il personale è molto preparato e trasmette la sua passione per i profumi anche ai neofiti. Mi spiegano che per arrivare a realizzare una fragranza ci sono tantissimi aspetti da considerare, non semplicemente l'abbinamento delle essenze ma ci sono nasi che studiano anni come comporre le profumazioni. Il maestro profumiere oltre che artista è un chimico: sa come arrivare ad un risultato partendo dalla combinazione di elementi. Qui si vendono brand di nicchia. Mentre sono nel negozio suona una cliente. La signora molto elegante si reca tutti i giorni al negozio per una spruzzata di un profumo di cui all'anno se ne producono pochi pezzi e distribuiti solo in determinati capoluoghi italiani. Il profumo è in

Un cuore francese a Torino: Si-Vu-Plè

Esiste un piccolo angolo di Francia a Torino che si chiama Si-vu-Plè nel cuore di San Salvario (via Berthollet 11, Torino). Un posto con un nome delicato e cortese, educato. In francese vuol dire "per favore". È un posto in cui entrare in punta di piedi senza fare rumore che ti sa colpire con la sua aria fresca ed elegante. All'interno fa capolino la scritta " bonheur" (felicità) scritta con il gessetto bianco su una superficie nera fatta a cuore. Come a dire che la felicità è sempre a forma di cuore. Dentro tavoli piccoli e quadrati che ti fanno sentire in un bistrot parigino raffinato ed esclusivo. Accanto a questi anche tavoli più grandi per incontrare magari qualche sconosciuto, parlare del più e del meno mentre bevi un caffè o un bicchiere di vino. Prezzi onestissimi. Formaggi francesi e marmellate in barattoli piccini piccini. Grandi vetrate su un ambiente fatto di legno. Un tocco di lilla qui e là che ti fa pensare alle distese di lavanda in Provenza. Gio

Come dalla nonna: Baz

Esiste un baruccio proprio all'angolo di Torino che ho scoperto qualche settimana fa. Ti affascinano i colori brillanti che ne contraddistinguono il nome. Si chiama Baz (via Giovanni Somis 13 a Torino). È un posto speciale. Ti sembra di essere un po' all'Ikea con le sue scritte geometriche e coloratissime, un pò in Francia con questo look che sa di lavanda e legno chiaro e infine anche un pò a casa della nonna. Sedie di legno colorate con il colore un pò saltato negli angoli, lampade fatte di trasparenze colorate e tondeggianti che fanno pensare ai lampadari dei primi anni '80. Il telefono a disco, che non si usa più. Scritte ordinate e dal tratto netto e pulito che indicano tutti i prezzi, pareti bianche pulitissime e soprattutto la qualità dei prodotti. Focacce bianche o integrali ad un euro. Tutti i prezzi indicati con precisione e chiarezza sulla vetrina interna. Un tavolo per i bambini con i pennarelli. Giornali disposti in maniera ordinatissima per gli adulti. È

10 consigli per coltivare la felicità

Tempo fa avevo tappezzato alcuni posti di Torino che mi piacciono molto con dei biglietti. Erano le mie personali regole della felicità. Se ve le siete perse, eccole qui! LE DIECI REGOLE DELLA FELICITÀ 1. Coltiva dei piccoli momenti di ribellione 2. Non dimenticarti degli amici e coltiva i tuoi interessi 3. Credi in te stesso ed in ciò che fai 4. Cosa desideri veramente?vai a prendertelo 5. Corri dei rischi 6. Pensare al problema non risolve il problema: esci e distraiti! 7. Ogni giorno trova almeno tre motivi per essere felice 8. Corri a conoscere il mondo  9. Fai qualcosa di concreto per aiutare gli altri 10. Perdona

Fino alle nuvole

La scorsa settimana ho fatto un percorso di 3 ore e mezzo circa in montagna, sei ore circa andata e ritorno. Dal nulla sono arrivata ad un'altezza di più di 2000 metri. Ho comprato le scarpe da trekking e via. Pensavo che non ce l'avrei fatta quando mi hanno detto che la meta stava talmente in alto da sembrare sulla sommità delle nuvole, avevo la tentazione di rinunciare, di tornare a casa. Invece sono rimasta lì. Ho cominciato ad andare, con i miei compagni di viaggio. E mentre camminavo, stanca per la salita e con il timore di non riuscire ad arrivare alla fine, mi sono chiesta quante volte nella vita si pensa di non farcela. Ci scoraggiano le salite, la stanchezza, le difficoltà. A volte più di tutto ci scoraggia l'idea di non riuscire. E invece riuscissimo? Continuavo a camminare, mi accorgevo di potercela fare. Salivo più in alto e poi ancora più in alto. Volevo arrivare.   Capivo che era quello il modo di affrontare le cose. Incominciando. Mettendosi in cammino. A

Assenzio

Si conobbero in un locale che si chiamava Assenzio, ai piedi della Mole. Chi crede nei segni avrebbe detto che certamente il nome del locale preannunciava qualcosa su come gli eventi si sarebbero evoluti.  Beatrice detta Bice indossava un vestito a pois leggerissimo quasi impalpabile e Sergio, al suo solito, era vestito in total black. “Non puoi bere una birra tesoro, sei così elegante con quelle gambe da Kate Moss” disse Sergio, Guardandola con un sorriso un po’ ebete. Bice sorrise alla vista dei bicipiti che sporgevano dalla t-shirt di Sergio. Si sentiva lusingata dalle parole di quello sconosciuto, lei che era sempre stata abituata a nascondersi e a mettersi in un cantuccio. Una famiglia numerosa, una madre assente:  lei aveva incanalato tutta la sua tristezza ed energia negli studi. Quando la madre arrivava a casa arrabbiata lei si chiudeva nella sua stanzetta a studiare, a guardare video su Youtube. Si nascondeva dal mondo e dalla vita, faceva finta che sua madre non esistesse.

Trionfi e sconfitte

Eccomi ritornata. Dopo un lungo periodo di riflessioni, dopo una lunga assenza eccomi nuovamente qui. Come mi succede di solito scrivo dopo aver vissuto un periodo un po' complicato una specie di lungo tunnel nero, di infinito traforo di cui ora, dopo un bel pezzo, riesco a scorgere la luce. E so che quella luce ce la portiamo sempre dentro, solo che a volte la si nasconde dietro l'irresistibile propensione a lamentarsi e a non voler far nulla per cambiare. Ho lasciato che quest'ultimo periodo della mia vita dicesse qualcosa di me che non mi piaceva, ho lasciato che una fetta della mia giornata desse un' immagine di me che non volevo accettare e che alla fine mi sono detta che non mi rappresenta veramente. La prima metà dell'anno è stata come nuotare nelle sabbie mobili. Una fatica incredibile per non affogare. Ma sono rimasta li a lottare. Forse aveva ragione mio padre a dire che  ho la testa dura come i calabresi : sarà che sono un po' calabrese d'adozi

Cristallo

Mi concederò il lusso di essere debole di appoggiarmi sulle tue spalle morbide e forti di sciogliermi dentro un tuo abbraccio di piangere come una femminuccia, come me. E per quelle come me cresciute a pane e difficoltà si tratta di un preziosissimo vestito di diamanti sottile, etereo, impalpabile. Un vestito che molti deridono e che sta bene solo a chi ha un grande coraggio. E scoprirò che è forte davvero soltanto chi la sa guardare in faccia la propria fragilità. Chi ti da il coltello dalla parte del manico e ti porge il fianco. Perchè di gente armata e di armature là fuori il mondo è pieno e tu ed io siamo due matti che combattono. E l'amore è un percorso, l'amore è il modo, la strada. L'amore è il maestro, il rifugio, la guida. E con tanta paura, una paura grande quanto il mio cuore infilo un piede dietro l'altro con attenzione. E poi mi giro e ti porgo la mano e tremo e grido e a volte per la paura ti faccio male. Ma

Glitter

L’abbronzatura del weekend passato a Finale Ligure stava già stingendo e Orsola iniziava a sentirsi già troppo”bianca” per i suoi gusti. Non riusciva a dormire con tutte le bollette che aveva da pagare e così prese una delle candele profumate dell’Ikea ed entrò in camera della figlia Doriana cercando di fare meno rumore possibile. Arrivata al cuscino accarezzò i suoi capelli di seta e le guance lisce lisce senza una ruga. Si guardò attorno cercando un ricordo tra le pareti rosa della stanza e appena vide i leggins di fiori, le venne in mente un momento preciso della sua vita. “Orsola come sei bella con quei fuson, così attaccati alle gambe: hai un fisico proprio super!” disse un suo compagno di scuola, avvicinandosi tutte le dita alla bocca e mimando il gesto di un bacio. “oh grazie” rispose Orsola mettendo un ricciolo dietro l’orecchio e fingendo stupore. “Sei proprio la più bella della 1^C” continuò lo scugnizzo. Come se stesse guardando un pasticcino, nel dirlo sputa

Finestra

C’era una volta una donna bionda che osservava il mondo dal quarto piano della sua veranda: non era né troppo alta né troppo bassa, né troppo magra né troppo grassa, era una qualunque. Osservava l’umanità dalla finestra, viveva attraverso un vetro, con la sua sottoveste bianca e la sigaretta elettronica. Passava le sue giornate così, attaccata ad un vecchio Motorola del marito ed esalando fumo di tanto in tanto. Chissà con chi parlava ogni mattina, da dietro la tenda a righe marroncine della veranda.   Un giorno, mentre come al suo solito osservava il mondo e la vita degli altri scorrere, con quella specie di sorrisetto sprezzante stampato in faccia, il cellulare le cadde e lei lo guardò precipitare dall’altezza del suo appartamento fino a terra, senza riuscire a proferir verbo. Si sentì un tonfo. La maestra Marisa con i capelli ricci e rossi, l’inquilina del 3° piano che passava di lì, cacciò un urlo: “Ma che cavolo!” e si portò una mano al petto guardando immediatam