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Visualizzazione dei post da maggio, 2017

Glitter

L’abbronzatura del weekend passato a Finale Ligure stava già stingendo e Orsola iniziava a sentirsi già troppo”bianca” per i suoi gusti. Non riusciva a dormire con tutte le bollette che aveva da pagare e così prese una delle candele profumate dell’Ikea ed entrò in camera della figlia Doriana cercando di fare meno rumore possibile. Arrivata al cuscino accarezzò i suoi capelli di seta e le guance lisce lisce senza una ruga. Si guardò attorno cercando un ricordo tra le pareti rosa della stanza e appena vide i leggins di fiori, le venne in mente un momento preciso della sua vita. “Orsola come sei bella con quei fuson, così attaccati alle gambe: hai un fisico proprio super!” disse un suo compagno di scuola, avvicinandosi tutte le dita alla bocca e mimando il gesto di un bacio. “oh grazie” rispose Orsola mettendo un ricciolo dietro l’orecchio e fingendo stupore. “Sei proprio la più bella della 1^C” continuò lo scugnizzo. Come se stesse guardando un pasticcino, nel dirlo sputa

Finestra

C’era una volta una donna bionda che osservava il mondo dal quarto piano della sua veranda: non era né troppo alta né troppo bassa, né troppo magra né troppo grassa, era una qualunque. Osservava l’umanità dalla finestra, viveva attraverso un vetro, con la sua sottoveste bianca e la sigaretta elettronica. Passava le sue giornate così, attaccata ad un vecchio Motorola del marito ed esalando fumo di tanto in tanto. Chissà con chi parlava ogni mattina, da dietro la tenda a righe marroncine della veranda.   Un giorno, mentre come al suo solito osservava il mondo e la vita degli altri scorrere, con quella specie di sorrisetto sprezzante stampato in faccia, il cellulare le cadde e lei lo guardò precipitare dall’altezza del suo appartamento fino a terra, senza riuscire a proferir verbo. Si sentì un tonfo. La maestra Marisa con i capelli ricci e rossi, l’inquilina del 3° piano che passava di lì, cacciò un urlo: “Ma che cavolo!” e si portò una mano al petto guardando immediatam