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Visualizzazione dei post da dicembre, 2019

Il post del Galup

Ad ogni Natale divento sempre un pò triste. Sarà che mi viene in mente una persona che è stata male a Natale e poi non ho rivisto più, sarà che siamo in chiusura d'anno e tiriamo le somme di quello che abbiamo combinato, sarà che forse sono troppo grande per credere a Babbo Natale (o forse no), sarà che certe luci appese ai balconi sono un pò vecchie e demodè..sarà quel che sarà. Cmq è così o that's it, come direbbero gli inglesi. E anche se io sono sempre per salvare la lingua italiana in ogni caso e circostanza devo ammettere che la lingua inglese ha il pregio della sintesi e della velocità che al giorno d'oggi ahimè sono doti importantissime per una lingua. La lingua italiana è la lingua dell'eleganza, delle sfumature, delle possibilità. È la lingua dei sognatori, di chi ha la testa tra le nuvole, di chi sa volare o lo desidera ardentemente e mal si presta ai concetti brevi e veloci. Ma comunque sto divagando... Torniamo a bomba. Dicevo che a me il Natale un pò intr

Santa Clause a Porta Nuova

Da tre anni ormai nella Stazione ferroviaria Porta Nuova a Natale c'è un bellissimo, gigantesco albero di Natale. Ogni anno quando passo di lì, nell'atrio della stazione mi prendo una decina di minuti e lo osservo. Ogni Natale i torinesi scrivono una lettera e la attaccano all'albero. Ogni anno chi transita da Torino, chi studia qui scrive a Babbo Natale. Come se potesse tornare bambino, come se ci fosse davvero qualcuno che davvero potesse realizzare desideri irrealizzabili: "vorrei che lui tornasse da me", "vorrei che LEI tornasse da me", "vorrei che tutta la mia famiglia stesse bene", "vorrei che X guarisse". Mi commuove sempre un pò vederlo e leggere quelle lettere, quei desideri,quelle speranze. Mi commuove quella Torino che crede, che crede ancora nei sogni, che si da una possibilità, che si affida a qualcosa che non è concreto. Una Torino che ha fame di sentimenti, di gentilezza, di cose non materiali. Che si appella a Babbo N

Come si fa a non amare Torino? E invece la odio.

Amo Torino perché è così ordinata e coerente con le vie una accanto all'altra come se ogni strada fosse sorella di quella accanto e cugina di quella che incrocia. La pianta quadrata è rassicurante e sai sempre come ritrovarti dopo esserti perso. Amo Torino per la sua sobria eleganza: se fosse un'attrice potrebbe essere Audrey Hepburn. Amo Torino perchè è la città dove puoi passeggiare sempre anche quando piove con i suoi lunghissimi portici che una volta erano il passaggio destinato unicamente ai reali. Amo Torino perchè è grande su piccola scala. Perchè è una città di sostanza e non di apparenza, per i suoi caffè letterari e bar raffinati, per le sue piazze che si aprono affacciandosi sui palazzi più belli del centro. E in queste piazze ci trovi la vita, ci leggi le storie dei passanti che frettolosamente trangugiano un tramezzino su una panchina in inverno e mandano messaggi su whatssapp. E madri che aggiustano il colletto della camicia dei figli e playboy che non smetteran