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Visualizzazione dei post da luglio, 2022

Fessure

Dicevo che non avrei mai comprato un libro di poesie, ne ho comprati due. Ho cercato una poesia che raccontasse come mi sento in questo periodo, che raccontasse il senso di perdita, l'assenza, la solitudine. Non l'ho trovata.  Qualche giorno fa sono stata a Castelvecchio di Rocca Barbena, un posticino arroccato nell'entroterra ligure. Per la prima volta nella vita ho preso parte ad una lettura di poesie con Franco Arminio.  La poesia è una roba da vecchi? Forse. L'età media era molto alta: teste bianche  e teste colorate, occhiali, libri tra le mani, gonne, lino, bretelle. Mentre osservavo il pubblico da una parte mi sentivo una privilegiata e dall'altra un po'   una weirdo, come canta qualcuno. Comunque lettura eccezionale. Franco abita a Bisaccia, località che mi fa pensare al vento di libeccio (non so perché). Accento campano, total black, comodissime sneakers, zaino da viaggiatore distratto. La sua ironia, la sua verità, la sua semplicità. A cosa

Bronte

Ricordo le mani di mia nonna radici di un albero antichissimo La sua fede Gli orecchini a clip Il rossetto rosa e la cipria La sua ironia chirurgica L'abitudine di grattarsi la testa  Ricordo lo sguardo attento Ricordo che i vestiti non erano mai abbastanza perfetti Ricordo la perseveranza Le torte al pistacchio La carne al sugo con le patate La ricordo in macchina guidando verso la campagna La vedo muoversi a casa sua  Panni stesi terrazzo di sole. La riporto qui con una fotografia della mente La tengo con me  Ne faccio una cosa sacra Come un bambino coi i soldi per il gelato Come angoli d'ombra nelle giornate d'agosto.