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Un piccolo passo del mio libro

Un estratto di "Con i miei occhi"

Mio padre era uno di quegli uomini convinti che dalle scarpe riesci a capire molto delle persone. Mi ricordo che mi aveva raccontato che quando era giovane aveva lasciato una ragazza molto bella per via delle scarpe che portava. Mi raccontò che erano delle scarpe a punta che tradivano una certa attenzione alla moda e all'esteriorità, forse una propensione alla frivolezza. Così aveva deciso che non poteva stare con una donna così attenta all'esteriorità, l’aveva ritenuta (a torto o a ragione) troppo superficiale. A 18 anni ha preso e se ne è andato via dalla Sicilia. Era un ragazzino. Il figlio maggiore e, forse per questo, cresciuto troppo in fretta Me lo immagino un po’ sperduto, con la sua piccola valigia marrone che se ne andava solo, magari con la testa bassa e infreddolito e partiva per la sua vita. Cosa avrà provato? Me lo immagino guardarsi attorno come faceva lui, con la sensazione di vuoto. Studiare l’universo intorno a lui. Sedersi su quel treno pieno di speranz...

La cura e l'amore signori miei.

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  L’altro giorno sono andata in un centro medico per una visita. Tre quarti d’ora del tempo delle persone dedicate all’accettazione anziché alla cura. Non ci avevo mai fatto caso. La burocrazia vince sulla terapia, sulla cura? La dermatologa mi dice che i miei nei solitamente vengono a persone molto anziane, ed è strano che siano venuti a me in così giovane età. Le rispondo che si vede che sono vecchia dentro, lei non ride nemmeno della battuta ma continua a parlare di quello che sta dicendo. Se vuole c’è un chirurgo estetico che li toglie A me fa strano che per dei nei debba andare nello stesso posto dove va chi si rifà il seno, gli zigomi o altre parti del corpo. Sono nei genetici, niente di preoccupante. E’ solo una cosa estetica. In pratica sono soggetta ad averli. Una parte di me dice che effettivamente è una considerazione sul lato estetico che va considerata, un’altra parte di me forse poeticamente pensa che se sono parti di me (genetiche) forse ha senso che rimang...

Mum: healing poetry

 La morte non è la fine Come dice qualcuno sono solo andato nell’altra stanza, immagina che sia così Onora la vita che ti è stata data vivendola pienamente, intensamente perseguendo ciò che muove profondamente il tuo cuore. E’ questo ciò che desidero per te Se sarai triste per me non mi renderai felice, non sorriderò delle tue lacrime ma delle tue gioie Non sentirti solo, triste, abbandonato Se sono in viaggio è perché sapevo che avresti potuto cavartela anche senza di me Abbi fede in questo, abbi fede del fatto che ho fede in te. Sia questo per te un grande conforto, il pensiero che so che sei abbastanza forte per camminare i tuoi passi anche se non sono materialmente al tuo fianco. Eppure ci sono. Nei tuoi occhi, nelle tue mani, nelle tue gioie, nelle tue sfide Faccio il tifo per te, anche se è possibile che tu non mi veda. La vita ti riserva tante sorprese, incontrerai tutte le mamme che ti serviranno per crescere, per diventare TE. Ognuna di loro ti mostrerà qualcosa che ti occ...

L'ombra: poesia di guarigione

Non sono il ruolo che interpreto Sono la tua ombra La mano sinistra che passa sul volto E libera la tua mano dal sangue Sono le parole frantumate all'orecchio  Così tu puoi pronunciare parole di miele Ma è così? O è solo il sogno che tutti stiamo sognando? Sono i costumi che indosso? Oppure esistono infiniti me in infiniti mondi In un tempo infinito? Ci sono possibilità  Se apriamo le porte Le sbarre, i cancelli E io posso essere lìbera E voi potete accogliere le vostre ombre E gli antenati ballano in questa nuova armonia.                      Simona Akasha

Vivere con più vita

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  La morte ci rende solo più consapevoli. Quando mia madre è morta ho dovuto scegliere quale sarebbe stata la sua bara. E’ stato un momento tremendo, vero, di una realtà tagliente e concreta che da una parte stavo male dall’altro vedevo la sadica ironia della vita. “Perché devo fare io questa scelta per te mamma? Perché non mi hai lasciato un vademecum di cosa avresti voluto, come lo avresti voluto? Legno bianco, legno nero? Ma quanto deve costare una bara per essere degna di mia madre? E i fiori? Che fiori avresti voluto mamma? Bianchi? Rossi? Rose? Fiori di campo? “ E una parte di me stava in quella che mi sembrava una pantomima, una recita ai fini del grande business della morte, una parte di me diceva che aveva senso fare ogni scelta con cura, la cura dei dettagli che tanto mi piace (che poi dettagli non sono). “E volete la foto sulla bara? Una piccola miniatura in bianco e nero? E volete mettere il nome?” Ci chiedeva il tipo dell’impresa funebre con una semplicità e una...

Cos'è la Biodanza?

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  Cos'è la Biodanza? Sono anni che cerco di rispondere a questa domanda. È una danza? Si ma non solo, ha a che fare con la vita? Si ma non solo. È una meditazione? In qualche modo si, com i Dervishi rotanti connessi a cielo e terra ma non solo, è una forma di rappresentazione teatrale? Si ma non solo. Ci ho messo sette anni a capire che la Biodanza è una medicina. Non nel senso di una pillola che ti fa passare il mal di testa ma nel senso di una cura progressiva, costante nel tempo, a lungo rilascio. È una terapia, un cammino di guarigione che ti porta a conoscerti profondamente, incontrarti, incontrare l'altro. Tutto è possibile grazie alla musica, alla gestualità, ai movimenti, al contatto con i quattro elementi ( e con il quinto che tutti li racchiude e li tocca), con la vita dal suo inizio (il grembo materno ma anche la fonte di tutte le cose) fino alla sua fine. È un viaggio gioioso giocoso intenso dentro di noi e dentro la vita a contatto del nostro sentire celebrando og...

Seta: lasciatevi accarezzare dal Giappone

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 Il locale si chiama Seta forse perché entrare in questo posto è un po' come essere accarezzati da un tessuto morbidissimo o forse perché è come uno scrigno che nasconde qualcosa di splendido e di meraviglioso, che potrà trasformarsi come come fa il baco.  Due ragazzi lo gestiscono:lui sardo gentile, riservato, discreto lei pugliese di Fasano, il suo accento è come se raggruppasse il suono di tutti gli accenti del sud.  Il locale è un posto dove potrete fare brunch, merenda, aperitivo ci sono bevande a base di the macha, caffè in infusione, troverete dolci ma anche ravioli. La cucina giapponese incontra la cucina sarda e quella cucina pugliese. Le cose che potete bere come il caffè ad esempio sono più bevande da meditazione, vanno assaporate, sorseggiate.  Le porcellane molto belle sono state realizzate a mano da una ragazza di Torino che però non le fa. All'interno ci sono molti libri alcuni sono in vendita e libri di Murakami: il richiamo al Giappone è fortissimo....

Sanazione

 E allora abbandonami non mi guardare non mi riconoscere. Continua a non guardarmi. Rifiutami. È qui che mi serve stare. Respiro qui. In questa nebbia densa e grigia del mio petto. Tra il dolore, la frenesia e la fretta di essere vista. Ma perché? Perché tu possa non vedermi. Possa abbandonarmi, possa fare sì che io senta questa solitudine che mi brucia tra il petto e lo stomaco. Perché mi occorre vedere che sono io l'unica che può non abbandonarmi. L'unica che può salvarmi. Che l'unica che devo imparare a starci insieme. Non fuori ma dentro. Non gli altri ma io. Sto con me. Stai con te.  Non sei la tua ferita. Sei coscienza eterna e consapevole. Sei ampio, sei grande, immensa. Sei di più di così. Di più dei tuoi genitori. Di più del tuo nome, della tua storia, della tua famiglia. Scegli tu. Puoi farlo. Solo tu puoi salvarti e poi amico mio, amica mio vi svelo un segreto. Non hai bisogno di essere salvata, non hai bisogno di essere guarita. La salvezza sei tu. La guarigione...