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Fessure

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Dicevo che non avrei mai comprato un libro di poesie, ne ho comprati due. Ho cercato una poesia che raccontasse come mi sento in questo periodo, che raccontasse il senso di perdita, l'assenza, la solitudine. Non l'ho trovata.  Qualche giorno fa sono stata a Castelvecchio di Rocca Barbena, un posticino arroccato nell'entroterra ligure. Per la prima volta nella vita ho preso parte ad una lettura di poesie con Franco Arminio.  La poesia è una roba da vecchi? Forse. L'età media era molto alta: teste bianche  e teste colorate, occhiali, libri tra le mani, gonne, lino, bretelle. Mentre osservavo il pubblico da una parte mi sentivo una privilegiata e dall'altra un po'   una weirdo, come canta qualcuno. Comunque lettura eccezionale. Franco abita a Bisaccia, località che mi fa pensare al vento di libeccio (non so perché). Accento campano, total black, comodissime sneakers, zaino da viaggiatore distratto. La sua ironia, la sua verità, la sua semplicità. A cosa...

con me

La tua testa è mistero vuoto Ha delle crepe in posti nascosti È come la casa di Via dei matti   senza soffitto senza pavimento Sfida le leggi del possibile Eppure esiste. Starti accanto È come nuotare ad Atlantide Come camminare in un posto senza gravità Come essere immersi in un elemento Che ci respinge Sentirsi sempre come un pesce fuor d'acqua Senza liquido in cui muoverti. E ogni parola cambia il cielo Che si rannuvola senza un perché Ma ti ho assorbita Come un veleno O come una pozione magica, a seconda dei casi E il mio cuore batte ma ha un pugnale dentro E farà male. sempre. La tua testa è un indicibile mistero  Che nessuno è all'altezza di comprendere Mi guardo dietro e vedo sempre  Il tesoro che sei stata e che porto con me.