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Inevitabile resa

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In questi giorni sto imparando che le forzature non portano da nessuna parte. Se qualcosa deve accadere, avverrà. Qualunque cosa mi aspetti lungo la strada la incontrerò. A volte ci accaniamo dietro alle cose alle persone alle relazioni spingendo forte sull'acceleratore. Allora raggiungiamo il nostro obiettivo, magari arriviamo a quell'inafferrabile cuore che ci si negava. Ma poi magari le cose non vanno. Oppure non vanno come noi vorremmo. E se non vanno è perché non dovevano andare, non era previsto che funzionassero. C'è sempre un senso in quello che accade, in quello che ci capita. Non forzare allora. Non marcare la mano, rimani li. Credo che nell'universo ci sia un senso per le cose. Credo che la vita di ognuno di noi corra come un fiume, lungo il suo letto, su un binario preciso. Questo non significa che non abbiamo alcun potere . Che non abbiamo scelta. Che ci è negata ogni libertà di azione. Ma quando le cose si fanno troppo difficil...

Donne du du du ...

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    Nell'ultimo viaggio che ho fatto ho avuto modo di avvicinarmi a molte donne. E incontrarle da vicino e conoscerne un pezzo di vita mi ha consentito di fare una serie di riflessioni sulla categoria a cui appartengo. Ho incontrato donne molto forti, ma forti lo siamo quasi tutte. La forza forse è quasi una qualità intrinseca di chi ha la giusta quantità di estrogeni. Forti lo siamo sempre, differiamo forse solo nella percentuale di forza e nel modo in cui la esercitiamo. C'erano donne sole e fiere della libertà conquistata. Donne reduci da un amore finito. Donne asciugate dal tempo e dalla vita ma forti e tenaci come i rami di un albero, sempre li, pronte a resistere ad ogni intemperie. Donne pronte a difendere il loro amore, di fronte a tutto e tutti. Donne bellissime che della propria bellezza han fatto un trofeo da mostrare con fierezza ed orgoglio. Donne sagge, dopo tanti errori (forse) commessi. Donne equilibrate e terrene, punti di riferimento veri come f...

Chi siamo?

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Cosa definisce chi siamo? I risultati che otteniamo nella vita, le persone che frequentiamo, Il lavoro che facciamo? Alcuni sostengono che siamo ciò che pensiamo. Si tratta di un lascito della filosofia greca ma è anche una chiave di pensiero tipicamente orientale. La nostra mente definisce la nostra identità. Penso che sia vero ma penso anche che è il modo in cui affrontiamo le cose, con cui ci rapportiamo alla realtà, combattiamo di fronte alle situazioni a dire di noi. In ogni cosa che si fa è bene metterci il cuore. Qualunque lavoro facciamo, qualunque relazione ci coinvolga, qualunque vittoria o sconfitta abbiamo di fronte ciò che ci definisce è la nostra capacità di rapportarci a queste cose. Il modo. Per me questo è un periodo di assestamento. Sono sicura che molti attraversano un periodo così nella vita. E nell'assestarmi continuo a muovermi e ad andare avanti, perchè di cambiare non si smette mai (e menomale). Il cambiamento ha sempre due facce: è fatic...

Cuore ed immaginazione

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Per me questo è un anno molto curioso. Un anno di cambiamenti. Un anno di mille cose finite e milleduecento iniziate e poi finite ed alcune rimaste a metà, ad asciugare al sole. Un anno di prove affrontate, di difficoltà da superare, di cuori spezzati (a volte anche un pezzettino del mio). Un anno bizzarro. Che mi ha trovato pronta: forte, fragile, determinata, tenera, felice e triste. Ci sta tutto. Ci stanno gli up and down del cuore e della mente. Ci stanno i tuffi nel vuoto, le corse all'impazzata senza nessuna razionalità a rincorrere qualcuno che magari non stava nemmeno lì ad aspettarmi. Ci stanno i “mi piaci” precoci, ci stanno i baci gli abbracci le lacrime le attese i silenzi gli sguardi. Tutto sta sempre nell'ordine delle cose, nelle seconde chances che la vita ti offre dopo magari tutte le volte che hai rinunciato alle prime (ma per che? O per chi?). Tutto va attraversato. Il bello e il brutto, il buono e il cattivo, la solitudine ed il dolore. Sono mome...

going through

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E viaggerò, andrò lontano. Non tanto per vedere posti nuovi ma soprattutto per vedere i posti vecchi e la mia “vecchia” vita con occhi nuovi. Mi allontanerò da qui, da quello che sono stata, da quello che siamo stati per trovare alle cose e ai giorni un significato diverso, un senso nuovo. E passerà il tempo, correranno i giorni, i minuti e i secondi ed io indirizzata verso ciò che sono destinata ad essere, mi sveglierò nuova e diversa: mi guarderò allo specchio e vedrò una luce differente nei miei occhi. E tutto troverà un senso, una collocazione, un significato. Ora vorrei solo che tutto passasse, vorrei che il tempo potesse correre ed io con lui, vorrei poter dimenticare, cancellare, girare pagina e voilà: essere in un nuovo libro. Ma so che tutto ha ragione di essere: il tempo, i giorni, gli attimi, la solitudine, la nostalgia. Ed è inevitabile passare attraverso questo: attraversare il buio, camminare per una strada stretta, per un vicoletto cieco e sordo....

Binari

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“E tu ci pensi mai a come sarebbe stato?” disse Caterina stringendosi nelle spalle e sentendo ancora più freddo. Lui attese qualche minuto, prima di risponderle, la guardò fissa negli occhi per un istante che parve lunghissimo e disse “ci penso ogni giorno” fissandosi le punte dei piedi. Erano i primi giorni di ottobre, e il parco del Valentino sembrava freddo, desolato mentre i pensieri di Caterina e Luca correvano lontano nel tempo. Si erano conosciuti in estate, in una torrida giornata al mare. Lui la notò subito, un enorme cappello di paglia che la rendeva un po' snob e un costume nero che le fasciava il corpo. Leggeva un libro assorta, completamente assente. Lui, faccia da schiaffi e capelli ricci si avvicinò a lei e le disse “ti consiglio di non leggerlo, è un libro pallosissimo”. Lei, alzò la testa infastidita, ma il suo sguardo cambiò alla vista di quel ragazzo dall'aria vivace e ribelle. Così anche se avrebbe voluto dirgli “fatti gli affari tuoi” riuscì...

Sentirsi soli? o forse no...

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Io e la solitudine non siamo mai andate tanto d'accordo. Non mi è mai piaciuta quella, sempre un po' saccente e precisina, mi ha sempre un po' squadrato dalla testa ai piedi con fare sprezzante. Ho cercato di tenerla lontana tantissime volte, tradendola con ogni persona, con ogni amicizia, con ogni sguardo, ma la verità è che siamo sempre state una coppia di fatto. Siamo sempre state indivisibili, fin da quando da bambina mia sorella mi trascinava a giocare con i suoi amichetti nel cortile di casa dei miei, ed io mi sentivo diversa, esclusa, la palla al piede. Mia sorella doveva badare a me e preoccuparsi che non frignassi troppo anziché giocare a “Chi ha paura dello sparviero” con i suoi coetanei. Io e la solitudine abbiamo avuto un rapporto strettissimo alle soglie dell'adolescenza, quando conobbi quella che pensavo essere la mia amica del cuore per tutta la vita, Elisabetta. Quest'ultima dopo avermi giurato fedeltà eterna passò alla f...