Mio padre era uno di quegli uomini convinti che dalle scarpe riesci a capire molto delle persone. Mi ricordo che mi aveva raccontato che quando era giovane aveva lasciato una ragazza molto bella per via delle scarpe che portava. Mi raccontò che erano delle scarpe a punta che tradivano una certa attenzione alla moda e all'esteriorità, forse una propensione alla frivolezza. Così aveva deciso che non poteva stare con una donna così attenta all'esteriorità, l’aveva ritenuta (a torto o a ragione) troppo superficiale. A 18 anni ha preso e se ne è andato via dalla Sicilia. Era un ragazzino. Il figlio maggiore e, forse per questo, cresciuto troppo in fretta Me lo immagino un po’ sperduto, con la sua piccola valigia marrone che se ne andava solo, magari con la testa bassa e infreddolito e partiva per la sua vita. Cosa avrà provato? Me lo immagino guardarsi attorno come faceva lui, con la sensazione di vuoto. Studiare l’universo intorno a lui. Sedersi su quel treno pieno di speranz
V orrei abbracciarti anche se non trovo più i tuoi rami. D elicata e sottile come un petalo Eppure c'è qualche strada per dirti di me, di noi. M entre ci guardiamo nell'umido dei tuoi occhi Vedo che senti questo S enza parole o gesti ma con qualche altra parte di te che non so. La tua sostanza è dentro di me. Le tue mani come radici magre Un tempo tenaglie splendenti, rocce infallibili Sono ora letto di un fiume piccolo, dolce, di bambina I tuoi capelli neve bianca e morbida. La tua pelle perimetro leggero del tuo viso, del tuo corpo Ti tengo tra le mie mani così come si fa con un bocciolo di rosa, per non sciuparlo per farlo sentire al riparo. Questo è tutto ciò che mi è possibile: una guerriera del passo indietro, silenziosa e scalza di fronte alla tempesta della vita.