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Visualizzazione dei post da gennaio, 2025

Sonno profondo di Banana Yoshimoto

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  Tre donne, tre "sonni" diversi. Tre vite intense, assolute, oniriche. Tre personaggi che vivono una non vita: ce n'è una che non lavora e passa tutto il giorno ad aspettare un uomo, una che è segretamente innamorata della sua nemesi, un'altra che si aggira per la vita come un fantasma. Questa è una Banana Yoshimoto prima di Kitchen. C'è poca luce nelle sue parole ma una grande intensità ed espressività. Ci ritrovo la nostalgica magica che caratterizza i libri della scrittrice, un rapporto lento con la realtà fatto di inspiegabili e affascinanti corrispondenze, di superstizioni, di silenzi e di attese. Una capacità di raccontare l'essere umano in situazioni radicali, un essere umano che vive in qualche modo ai margini: o della società, o di se stesso, o del proprio sentire. Un alternarsi di luce ed ombra che non è solo reale ma che piuttosto racconta di un chiaroscuro emotivo che abita i personaggi. E il sogno che è sempre rivelatore, salvezza, chiave di comp...

La ragazza delle arance di Jostein Gaarder

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  Se sapessi di vivere per un breve periodo e potessi scegliere se vivere questa vita oppure no, sceglieresti comunque di vivere o rinunceresti ? Questa domanda abita il cuore della storia, una domanda esistenziale piuttosto grande sia per il protagonista sia per il lettore,che coinvolge e mette un po' tutti sullo stesso piano e ci chiama tutti in causa. Si tratta di un libro che ho letto molto anni fa e che ho ritrovato. Un libro in cui per magia un padre e un figlio si ritrovano dopo tanti anni attraverso una lettera che il padre aveva scritto quando il figlio aveva appena tre anni e in cui il padre racconta della famosa ragazza delle arance che da il titolo al romanzo.  Il libro mi fa pensare al Giappone di Banana Yoshimoto, ai petali dei fiori di ciliegio che cadono lentamente sul terreno come le foglie in autunno eppure la storia si svolge in Norvegia. Credo che la poesia e la profondità della storia siano da ricondurre agli studi di filosofia e di teologia dell'autore ch...

Panettone tra passato e futuro

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 Buona fine, buon inizio. Mia madre diceva così e mi piace ricordarla attraverso le sue parole. Mi ricordo anche che non resisteva al panettone e poi si lamentava se il giorno dopo si sentiva gonfia perché "il burro non lo digerisco".. mi ritrovo un po' in quello che diceva.. Quello che spesso ho fatto ad ogni fine anno è stata la lista dei miei buoni propositi o intenti. Ma quest'anno non sento di voler dar seguito a questa tradizione. Per quest'anno so come mi voglio sentire: connessa profondamente a me stessa, allineata a ciò che sono (per quanto ciò che sono non è fisso e definitivo ma in costante divenire) voglio coltivare la coerenza tra ciò che dico e ciò che faccio, sentire e camminare le mie parole, essere vicina ai miei affetti, andare nel mondo con fiducia e coraggio, imparare, trasformare.  La vita ci conduce sempre a ciò che già siamo (spesso a ciò che non sappiamo di essere) se la ascoltiamo, se ci facciamo condurre, se prendiamo parte a questo tango...