Mi rendo conto di essere addormentato e mi sveglio lentamente
Sento che il mio destino sta in ciò di cui non ho timore alcuno. Imparo andando dove devo andare.
Pensiamo che si impari attraverso le sensazioni, ma cosa dobbiamo conoscere veramente?
Sento la mia anima danzare dolcemente da un orecchio all'altro.
Mi rendo conto di dormire e mi sveglio lentamente.
Chi siete voi, tra tutti quelli che stanno così vicini a me?
Che Dio benedica la terra. Imparo andando dove devo andare.
La luce colpisce l'albero, ma chi può dire come?
Il misero verme percorre le scale controvento.
Mi rendo conto di dormire e mi sveglio lentamente.
Madre natura hai in serbo degli altri progetti per me e per te per cui goditi quest'aria vivace e impara dolcemente dove devi andare semplicemente andando.
Questa scossa mi fa sentire immobile, avrei dovuto saperlo. L'eternità ci sfugge. Ed è vicina. Mi rendo conto di dormire e mi sveglio lentamente e imparo andando dove devo andare.
Sono capitata su questa poesia per caso. E per la prima volta non voglio soffermarmi sull'autore né sul periodo storico in cui si inserisce. Voglio invece concentrarmi su quello che mi trasmette. Il bello dell'arte secondo me è la capacità di aprire strade e sentieri, di fare luce e dare forme in mezzo al buio.
La poesia ha un ritmo lento e ripetitivo,c'è il leit motiv del muoversi, dell'andare avanti che si ripete nel brano. La realtà è una dimensione in cui tutto sembra attesa, dolore, solitudine. Il verme che lentamente fa le scale, che si muove nonostante il vento. La vita che sembra un risveglio da un costante torpore (la poesia si chiama proprio "risveglio"), il senso di solitudine in mezzo a persone sconosciute, la ricerca di un senso da cui imparare qualcosa (non si sa bene cosa, ma si sa che muoversi è la cosa più importante ).
La natura, questa grande potenza che ci circonda e che ci domina: l'albero colpito dal sole che nella versione l'inglese è scritto con la lettera maiuscola (Tree) è forse l'albero della vita? E che ci ricorda di stare nel presente, di goderci quello che abbiamo ora, il venticello vivace (lively air) e che l'eternità non ci appartiene veramente, pur essendo vicina come il domani.
E l'importanza del fare, dell'esperire, del muoversi anche se non si sa dove per svegliarci da un lungo sonno a cui diversamente saremo relegati.
Ciao Simona,
RispondiEliminaho trovato questa poesia stimolante, mi ha portata (trasportata) con sè su questo meraviglioso albero che potrei definire la vita, con tanti suggerimenti semplici, come dovrebbe essere la vita quando riusciamo a non farci trasportare dagli eventi ma essendone testimoni (non per questo passivi). Grazie per il tuo blog e per i messaggi che inserisci, un abbraccio, Antonella Nina