C'erano una volta due bambine, Chiara e Luna. Chiara parlava tantissimo, sempre. Luna era molto introspettiva e brava ad ascoltare. Erano amiche da sempre e condividevano ogni segreto. Trascorrevano tutte le estati in Sicilia e cantavano, si tuffavano ammare e ridevano molto. Gli anni passavano e loro continuavano a raccontarsi le loro vite reciprocamente. Fino a quando un giorno dopo una lunga passeggiata Chiara cadde in un buco profondissimo nel terreno.
Precipitò giù. Mentre cadeva percepiva l'ampiezza del luogo, sembrava che nulla potesse fermare quella caduta, quell' oscurità.
Luna le rimase accanto per un po' ma dopo qualche tempo guardando nella buca che per Chiara era così scura e profonda, si accorse che c'era una scala a pioli profonda quanto la buca che consentiva l'uscita. Sarebbe bastato a Chiara voltare le spalle per vederla.
Lo disse all'amica.
"Chiara ascoltami. C'è un modo per uscire di qui ed è piuttosto facile, puoi farcela"
"No io sono qui da sola e nessuno mi può salvare, perché nessuno si preoccupa per me. A nessuno importa come sto!" e piangeva disperata. Le lacrime le offuscavano la vista. Non riusciva a vedere e non riusciva che a sentire il suo dolore morderle il petto.
Luna le rimase accanto giorni e giorni, sperando che un giorno Chiara avrebbe visto davvero che c'era una soluzione. Ma più stava in quella gola profonda più sprofondava in quel buio, in quella desolazione.
Luna si accorse che la sua presenza accanto all'amica non era di alcun aiuto per nessuno: né per Chiara né per Luna stessa. Decise che si sarebbe allontanata. Forse così Chiara avrebbe trovato l'uscita. Così Luna se ne andò. Solo Chiara poteva salvarsi se lo desiderava davvero. E Luna aveva fiducia che Chiara si sarebbe salvata, che ce l'avrebbe fatta.
Quando si accorse che Luna non era più lì il pianto di Chiara diventò ancora più forte. Tutte le sue paure si stavano avverando: era rimasta sola e a nessuno, nemmeno alla sua grande amica, importava nulla di lei.
Pianse per giorni fino a quando le lacrime non riempirono la buca d'acqua, facendola sbattere contro la scala a pioli dietro le sue spalle. Finalmente Chiara si accorse che la via d'uscita era stata sempre a portata di mano, appena dietro di lei. Così sali piolo per piolo e fu fuori dalla buca finalmente.
Passò del tempo. Il mare si ghiacciò e poi si sciolse ripetutamente per qualche lustro. Chiara pensava a Luna e Luna pensava a Chiara ma questo allontanamento aveva reso difficile per loro incontrarsi. Chiara era cresciuta diventando più sicura delle proprie capacità. Sapeva che poteva superare tutto quello che la vita aveva in serbo per lei.
Un giorno Luna le scrisse una lettera. Voleva riavvicinarsi all'amica. Ma Chiara, pur volendo un gran bene all'amica non poteva perdonare che per anni non avesse saputo più nulla di Luna e che lei adesso desiderasse avvicinarsi come se quell' allontanamento non fosse mai avvenuto. Poteva un'amicizia riprendere così? Che cosa avrebbero condiviso? Ormai non sapevano più nulla l'una dell'altra.
Chiara all'improvviso si ricordò che a Luna piacevano le fiabe, le storie e così scrisse una storia a Luna che parlava della loro amicizia e che raccontava come Chiara si sentisse e si fosse sentita. La favola iniziava così : "C'erano una volta due bambine, Chiara e Luna. Chiara parlava tantissimo, sempre. Luna era molto introspettiva e brava ad ascoltare". Della loro amicizia ancora non si sa nulla ma può svanire davvero il bene che ci si è voluto?
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