Era il tipo di donna molto evidente,
una di quelle che attrae l'attenzione e gli sguardi degli uomini e,
spesso, anche l'antipatia di tutte le altre donne.
Lunghi capelli lisci e sguardo da gatta
mordeva la vita, si prendeva tutto quello che poteva, pur non sapendo
cosa desiderasse davvero, spinta solo dall'idea di vincere e di
raggiungere il bersaglio.
E il bersaglio era sempre un uomo
diverso, l'ennesimo che pendeva dalle sua labbra, che faceva quello
che lei voleva, che diventava schiavo di una bambina.
Perché il suo atteggiamento, come
spesso accade per le donne molto “evidenti”, era il frutto di
un'infanzia infelice, senza sentimenti né tenerezze.
I genitori l'avevano lasciata crescere
coi nonni, sempre troppo presi dal lavoro per occuparsene. Così lei
era diventata un catalizzatore di attenzioni. Era seduttiva come un
gatto, sinuosa e inafferrabile. Ma il suo atteggiamento l'avrebbe
portata a sentirsi sola.
Al bar un giorno aveva conosciuto Stefano, sorriso
sghembo e occhi tristi.
Scosse la testa e in quel momento il
suo profumo e il suo sorriso occuparono tutta la stanza, lui si voltò
a guardarla, ma non disse nulla.
Lei lo guardò, occhi negli occhi, per
un interminabile istante. Poi distolse lo sguardo.
Lui sentiva che doveva parlarle, non
poteva lasciarsi scappare una così...Non importava nulla che ci
fosse Mara a casa ad aspettarlo, non mi importa, voglio solo
parlarci e basta, pensava tormentandosi il colletto della
camicia.
“Ciao, vieni spesso qui?” Che frase
scema ho detto, pensava Stefano.
Lei, guardandolo come Paris Hilton
potrebbe guardare un mendicante, gli lanciò uno sguardo sprezzante e
disse:“Vedi tu, ci lavoro!”
“Eh già!” disse lui, toccandosi la
nuca nervosamente e desiderando sparire in quel momento.
Nel farlo, spuntò il rolex dalla
manica della camicia. Come una gazza ladra attratta dal luccichio degli oggetti, Bianca notando l'orologio, gli allungò uno scontrino piegato in quattro, gli toccò il braccio
e disse:
“Tieni! E' per te". Era il suo
numero di telefono.
Quello fu l'inizio di una storia di
passioni pazze. Di corse sotto la pioggia per nascondersi da Mara, di
lunghissime riunioni in azienda che trattenevano Bianca e Stefano in
qualche letto d'albergo, di regali costosi che lei riceveva, di folli
notti e di decisioni avventate.
Una sera Bianca prese una decisione.Si passò il gloss sulle labbra carnose, un occhiata veloce allo specchio - sapeva di non averne bisogno - stretta nel suo abito di jersey blu e si diresse verso casa di Stefano.
Disse a
Stefano che voleva di più.
“Sono stanca di fare l'amante, sono
stanca di essere sempre la tua seconda scelta. Baby non può stare in
un angolo”.
Era fatta così, nei momenti difficili
era solita fare citazioni da film più o meno famosi e quella volta
era toccata a Dirty Dancing.
“Te l'ho detto, non posso dire nulla
a Mara. Lei mi ama! E poi mi ammazza se scopre tutto. E abbiamo il
mutuo da pagare, me lo dici tu come faccio?”
“A me non me ne frega nulla del
mutuo. O stai con me o stai con lei. E se non glielo dici tu lo
faccio io Stefano, cosa credi che non abbia il coraggio?”
“Tesoro lo sai che io amo solo te”
le disse, accarezzandole la testa.
“Non mi toccare, mi fai schifo”
disse lei uscendo dalla macchina e correndo via.
“Ma dove corri? Bianca!!”
Uscendo dall'auto, Stefano vide Mara
in lacrime che lo guardava fisso e scuoteva la testa.
“Perché mi hai fatto questo?”,
disse lei con la voce spezzata.
“No, Mara, ma io quella non la
conosco nemmeno”.
“Senti, smettila di prendermi in
giro. So tutto. Sono mesi che ti seguo” disse portandosi una mano
sul ventre.
Nove mesi e la vita di Mara sarebbe
cambiata per sempre. Quella di Stefano cambiava in quel momento,
mentre risaliva in macchina e si metteva alla ricerca di Bianca. Ma
Bianca correva lontano, come sempre alla ricerca di un po' di
felicità, senza però mai sapere in che posto cercarla.
Immagine da Etsy.com
simo tu hai un dono: riesci in poche righe a far entrare nella vita dei tuoi personaggi. complimenti davvero
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