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Le ceneri della Colombia

 

Tempo fa ho letto un libro, trovate una breve recensione qui. Il testo si intitola Le Ceneri di Angela. La vicenda è ambientata nella seconda metà del ventesimo secolo e narra della famiglia del protagonista, Frank, dall’infanzia all’età adulta della voce narrante . È la storia di una famiglia irlandese molto numerosa ed estremamente povera tanto che la madre del protagonista nutre i figli più piccoli con acqua e zucchero e prepara il tè con delle foglie usate più e più volte. Questa lettura mi ha fatto sentire estremamente fortunata con tutte le cose che nella mia vita ho sempre avuto: cibo, assicurazione sanitaria, un'istruzione, una casa calda e accogliente.

E’ questa sensazione di estrema fortuna di fronte ad una realtà così diversa dalla mia la sensazione che ho avuto la prima volta che ho sentito parlare di quanto succede in Colombia. Ne ho sentito parlare per la prima volta sulla pagina instagram di Loli Cosmica, una cantante argentina poi successivamente attraverso questo video in maniera più approfondita ed articolata. Ho deciso di raccontarla qui perché i media italiani non affrontano la questione e ho ritenuto giusto farlo io perché credo nel valore della condivisione.


Da metà aprile 2021 come afferma Arianne Bilheraine, una psicologa francese trapiantata in Colombia, il paese è in rivolta contro le riforme che il governo ha cercato e sta cercando di introdurre: privatizzazione del sistema sanitario, imposte sui beni primari, aumento dell'imposta sui redditi e su beni di prima necessità.

In Colombia il ceto medio rappresenta la maggior parte della popolazione, non esistono tutele di nessun tipo in ambito lavorativo, non esistono le pensioni, l'assicurazione sanitaria è a pagamento, le persone vivono giorno per giorno specialmente dall’anno scorso da quando è iniziata la Pandemia Covid19.


Immaginate di svegliarvi ogni mattina e di non sapere come procurarvi il cibo per mangiare o per sfamare i vostri figli o i vostri animali domestici. Immaginate di dover rinunciare ai vostri animali perché non avete i soldi per mangiare voi, figuratevi per nutrire i vostri “figli” a quattro zampe! Le persone abbandonano i loro animali domestici per strada perché non possono sfamarli e perché non possono provvedere alle cure sanitarie degli stessi. Immaginate poi che le leggi dispongano che possiate avere solo un giorno alla settimana per uscire e a voi uscire serve per poter vendere empanadas da vendere per comprarvi da mangiare. Immaginate di non avere nessuna tutela, nessuna forma di disoccupazione retribuita, nessun assegno familiare e nessuna mutua se vi assentate dal lavoro. Cosa fareste? Con quale domanda o con quale richiesta di significato vi svegliereste al mattino?


I colombiani sono scesi in piazza da fine aprile per protestare di fronte a questa condizione, sfidando le leggi nazionali che puniscono chi non rispetta delle leggi sanitarie con dieci anni di prigione.


Mi chiedo a che livello di disperazione si arriva quando non si teme di finire in prigione? Donne incinte che devono sottoporsi ad un cesareo senza i soldi per potervisi sottoporre. Riuscite a mettervi in panni come questi?

Tre milioni di persone sono scese in piazza. Tre milioni di persone che non avevano niente da perdere, che non hanno paura della prigione e forse nemmeno della morte, che si svegliano al mattino senza sapere cosa riserverà loro il futuro e i cui bisogni sono quelli primari.

Juan Carlos Heredia musicista colombiano qui racconta che c’è molta solidarietà tra i colombiani : si aiutano come possono scambiandosi cibo.


Come nel libro di Frank McCourt mi sono sentita fortunata a sapere che non mi mancano le cose che ad oggi mancano ai colombiani.

Eppure forse a noi manca questa urgenza di vivere, di scendere in piazza, di far valere i nostri diritti, di essere solidali gli uni con gli altri. Forse quello che ci rende fortunati forse ci rende solo più deboli e meno determinati. Forse la nostra fortuna rende ogni momento meno urgente.

Al di là delle considerazioni personali mi è sorto un dubbio grande, grande come la popolazione colombiana; perché i media italiani non parlano di queste rivolte? Perché l'ho scoperto navigando per caso sui social?

L’essere umano dalla nascita impara per imitazione: i bambini imparano dai genitori. Esperire qualcosa aiuta ad imparare quella cosa e si è soliti imparare più da ciò che i genitori fanno, dalle loro azioni concrete sulla realtà piuttosto che da quello che dicono. Per cui, perché non parlarne? Che cosa possiamo imparare dalle rivolte della Colombia? E cosa invece ci è occultato se non conosciamo questa realtà?


Commenti

  1. Brava Simo, hai fatto bene a portare l'attenzione su dinamiche tremende che stritolano la popolazione meno fortunata di noi.
    Hai fatto bene a scuotere le coscienze ed aiutarci a non guardare dall'altra parte ....

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  2. Grazie. Seguiranno altri post a scuotere altre coscienze. Rimani in connessione

    RispondiElimina

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