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Anche i playboy amano?






Doveva essere la storia di un playboy incallito pieno di donne che confessa che per lui l’amore è un’inconsistente nuvola di profumo che si attacca alle lenzuola di notte e che non riesci a lavar via dalla pelle, invece poi, una volta che ho incontrato E. questo articolo prende una forma totalmente diversa.
 Lo incontro a casa sua e l’impressione che ho quando vedo attaccato alla parete rossa un quadro che lo ritrae in quattro pose, stile Andy Warhol, è che questo sia un vero narcisista, che si compiace della sua bellezza e dei suoi occhi azzurri. Poi guardo un po’ meglio e scopro una casa piena di statue orientaleggianti, tanti piccoli budda che si affacciano in ogni angolo delle stanze.
“Cos’è l’amore per te E.?”
Lui ride e mi dice che è difficile da definire. Ha amato due donne nella sua vita ed in maniera diversa. Ma profondissima.
Amore significa vita, etimologicamente. È l’assenza di morte.
E così anche i playboy amano. Scopro che prima di essere un bel trentacinquenne di un metro e ottanta è stato un adolescente magro ed insicuro. Scopro, come spesso accade, che la spavalderia è solo uno strumento di difesa.  Scopro che c’è molto di più di quello che si vede.
Mi racconta della ragazza di cui è innamorato ora. Gli si illuminano gli occhi quando ne parla.
“Bellissima, troppo bella per me. E senza regole. Un’intesa pazzesca ma completamente inafferrabile ed ingestibile”.
Mi aspettavo che mi avrebbe raccontato che le donne vanno prese e trattate male, mi aspettavo che mi cantasse “il teorema di Pitagora” invece si perde da qualche parte nella memoria a raccontarmi che la aspetta a casa, di notte. Le prepara da mangiare e lei non si presenta mai. E poi arriva, gli suona alle tre del mattino e quando la vede lui, si dimentica di tutto. Di tutte le volte che lei si è dimenticata di lui, di tutte le volte che si sono lasciati, di tutte le bugie, di tutte le litigate. E non mi spiega nemmeno cosa c’è di lei che lo attrae. Mi viene da chiedermi se non sia solo l’inafferrabilità di questa donna. Una che devi sempre conquistare, una che è come l’acqua: tenti di acciuffarla ma ti scappa dalle mani e non sai nemmeno dove se ne va.
“Invece con S. era un'altra cosa. Era un amore tranquillo. Sapevo che lei c’era per me e che mi dava tutto, sapevo che ci sarebbe sempre stata.
Era una mamma. Una presenza costante nella mia vita. Ma dopo un po’ la mamma non ti attrae più e ti ritrovi con una donna che ti sembra come una sorella. Non la desideravo più”. C’è un tono triste nella sua voce:di perdita, di lontananza.
Gli dico che non scegliamo chi amare. Gli dico che le cose vanno come devono. Che ognuno merita di trovare una persona per cui essere tutto e così anche S.
A volte cerchiamo persone di cui avvertire l’assenza. Persone con cui sappiamo a prescindere che non potremo mai costruire niente. Solo per dimostrare a noi stessi che siamo in grado di catturare l’inafferrabile. Perché pensiamo che conquistare una persona “complicata” dica che siamo importanti, che valiamo e che esistiamo.
E. mi racconta che G. , la donna di cui è innamorato, è piena di problemi: una famiglia distante, un padre inesistente, un’infanzia difficile.
Gli chiedo della sua infanzia e lui mi racconta che è stato vittima del bullismo ma che questo lo ha portato ad imparare a difendersi. Gli dico che forse G. è la sua seconda possibilità. A volte cerchiamo di salvare noi stessi, salvando gli altri. A volte gli altri sono solo una proiezione di come noi, in una circostanza simile, ci siamo sentiti. Ecco perché ci si imbatte in soggetti complicati. Per salvarli. Per salvarci. Per dimostrare a noi stessi che siamo in grado di farcela. Per darci una seconda occasione. Per darci la possibilità di essere forti subito, senza perdere tempo.
Mi dice che la sua vita può andare in due modi. O costruisce qualcosa con G., un futuro, una famiglia oppure c’è il piano B. Andare all’estero e aprirsi un’attività.
Caro E. , il piano B presuppone che forse al piano A  tu non creda veramente. Ecco perché ti stai cercando un’alternativa.
Oppure forse ti sei scelto un rapporto difficile perché infondo lo sai anche tu di non essere ancora pronto per l’amore. Così passi il tempo cercando di dimostrare a te stesso che questo amore folle e senza equilibrio abbia un senso e ti dia quello che desideri davvero.  Ma continuare ad insistere un qualcosa che ti fa stare male non ti sembra un modo per sabotare un progetto di vita che forse ti sei accorto che non va proprio bene per te?
Mi dico che a volte rincorrere quello che desideriamo davvero fa paura. Perché quando ti metti a fare quello che vuoi ti metti anche nella condizione di poter fallire. Invece se c’è qualche ostacolo al raggiungimento dei propri obiettivi ci si può sempre crogiolare nell’eventualità di un piano B potenzialmente perfetto. Un’alternativa, un “io” possibile. Una felicità virtuale. Perfetta perché inavvicinabile. Però sai che c’è? I piani B sono per chi ha troppa paura per seguire i propri sogni. Ma la realtà dei fatti è che quando capiamo ciò che desideriamo e iniziamo a fare un passo verso questo piano B, il sentiero si costruisce da solo. Vuoi provare, mio caro Playboy?

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