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Glitter






L’abbronzatura del weekend passato a Finale Ligure stava già stingendo e Orsola iniziava a sentirsi già troppo”bianca” per i suoi gusti. Non riusciva a dormire con tutte le bollette che aveva da pagare e così prese una delle candele profumate dell’Ikea ed entrò in camera della figlia Doriana cercando di fare meno rumore possibile. Arrivata al cuscino accarezzò i suoi capelli di seta e le guance lisce lisce senza una ruga. Si guardò attorno cercando un ricordo tra le pareti rosa della stanza e appena vide i leggins di fiori, le venne in mente un momento preciso della sua vita.
“Orsola come sei bella con quei fuson, così attaccati alle gambe: hai un fisico proprio super!” disse un suo compagno di scuola, avvicinandosi tutte le dita alla bocca e mimando il gesto di un bacio.
“oh grazie” rispose Orsola mettendo un ricciolo dietro l’orecchio e fingendo stupore.
“Sei proprio la più bella della 1^C” continuò lo scugnizzo. Come se stesse guardando un pasticcino, nel dirlo sputacchiò dai lati della bocca.
“Gennaro ma fai proprio schifo!” cinguettò Orsola.
“Tesoro mio, ma che stai appress a quel ciccione là?" disse un altro suo compagno di classe, Vincenzo.
"Vieni con me che ti faccio vedere tutta Pozzuoli” e le diede una pacca sul sedere. Orsola rise, spingendo la testa all’indietro.
Il trillo del cellulare risvegliò Orsola da quel ricordo e lei si ritrovò che brandiva i leggings fiorati di Doriana tra le mani.
Prese il cellulare di Doriana dal comodino e vide che a scriverle era il suo fidanzato Alessio.

Tesoro mio, dormi? Ti ho pensato tutta la notte. Ti prego chiamami appena leggerai il messaggio.

Era così dolce Alessio, con i capelli a spazzola e le fossette. Era sicura che lui si sentisse attratto da lei. D’altronde tutti le dicevano che era una bellissima donna, con un bellissimo fisico.
Eccerto. Chi altro può permettersi di indossare le stesse cose di una di diciotto anni? E gli uomini, anche quelli più giovani mi guardano con desiderio. Mi basta mettere un paio di scarpe alte col tacco e una minigonna un po’ stretta: nessuno può resistere ammè. 
Decise di rispondere ad Alessio.

Alessio sono la mamy di Dory. La mia piccola dorme. Fai il bravo bambino e vai a letto anche tu. Altrimenti ti sculaccio. Baci baci. Orsola 

Per Orsola gli anni non erano mai passati. Mancavano pochi giorni al compimento del suo 55esimo compleanno ma lei si ostinava a vestirsi come una teenager, far shopping da Tally Weil e ad innamorarsi con la stessa leggerezza e spensieratezza di una ventenne.
L’indomani Doriana la trovò davanti allo specchio a rimirarsi il didietro ammiccante e sorridente.
“Quella è la mia gonna, mamma! Non ti sembra di esagerare?” disse Doriana infastidita.
“Sta molto meglio a me che a te” disse Orsola. “tu continua pure a metterti le all stars e a vestirti in modo che nessuno possa notarti mai” replicò energicamente Orsola
E tu continua a vestirti da vecchia battona. Tu a più di cinquant’anni suonati ma perché non accetti che l’età passa per tutti e che sei una bella donna ma che la tua adolescenza è scaduta da un bel pezzo?
Doriana avrebbe voluto risponderle così, ma non ce la faceva  proprio. Sapeva che sua madre si comportava in modo assolutamente ridicolo ma era sempre sua madre e c’era sempre stata per lei. Dopo la separazione dei suoi aveva sofferto tantissimo e il tradimento di suo padre probabilmente l’aveva portata a cambiare, a desiderarsi diversa, più bella e più giovane, con tutte le conseguenze del caso.
“Va bene mà, fai come vuoi” disse Doriana, fingendo noncuranza.
“E' oggi che hai quel colloquio mà?”
“Certo tesoro mio, per questo voglio essere al tooop” e Orsola fece un gesto plateale come se stesse recitando uno slogan.
“E ci vai così?” disse Doriana un po’ scettica
“Certo tesoro, ricorda la bellezza è la chiave per aprire un sacco di porte” disse Orsola chiudendosi la giacca di jeans striminzita con un po’ di difficoltà.
“In bocca al lupo mà” disse Doriana avvicinandosi al frigo in cerca di qualcosa da mangiare.

“Allora che esperienze ha maturato nel corso degli ultimi anni?” le disse l’uomo in giacca e cravatta che le stava facendo il colloquio, guardando il suo curriculum con sospetto.
“Beh, mi sono occupata di contabilità, di gestione del personale e di fatture” e si portò le mani alle cosce muscolose, in modo da attrarre l’attenzione dell’uomo. Questi la guardò da testa a piedi, si allisciò la cravatta e continuò a fare domande, dando rapide occhiate alle gambe di Orsola, cercando di non farsi vedere.
"E perché dovremmo assumerla, signora Volcano?" Disse l’uomo sfregandosi lentamente le mani.
"Perché?" Disse Orsola, con uno sguardo da finta innocente." Beh perché…" si tolse il sandalo e avvicinò il piede alle gambe dell’uomo, muovendolo dal basso verso l’alto.
“Perché è difficile dirmi di no” disse Orsola, sguardo seducente.

"Brava mamma, ti hanno assunta!” Doriana si lanciò ad abbracciare sua mamma.
“Certo esoro mio, che credevi?! Nessuno dice di no a Orsola Volcano" disse, scuotendo tutto il petto con un gesto molto teatrale.
In fondo che importa se per farmi assumere ho dovuto fare la stupida, è un bell’uomo, attratto da me. Io ero attratta da lui e voilà. È successo. In fondo quel che conta è avere i soldi per pagare le bollette visto che quello stronzo di Enzo non mi passa gli alimenti, quello spilorcio schifoso.
“Dai tesoro andiamo a festeggiare con un po’ di shopping”.
Si ritrovarono da Pimkie con la commessa che cercava di non ridere alla vista di una cinquantenne strizzata in un abito nero che sosteneva che la sua taglia era la quaranta e che se l’abito non chiudeva era perché non erano capaci di fare un vestito decente.
“Signora ci sono molti negozi che potrebbero fare al caso suo.”
“Al caso mio? E poi signora a chi? Senti ragazzina – disse Orsola rossa in viso- se tu non sai fare il tuo lavoro allora vattene! E Pimkie fa schifo:  non metterò più piede in un posto del genere” e lanciò il vestito in faccia alla commessa.
“Mamma, non fare così”
“Non fare così come? Senti io non mi faccio dare della “signora” da quella anoressica con i punti neri in faccia! Io sono una bellissima donna, hai capito?”
Girandosi verso la commessa Doriana disse “Devi scusarla, ma domani è il suo compleanno ed è un po’ sconvolta”
“Io non sono affatto sconvolta. Domani faccio quarantacinque anni e non ho nessun problema ad ammetterlo” gridò in falsetto Orsola.
Il problema era che di anni ne faceva dieci di più. Il problema era che in una taglia quaranta non entrava da circa dieci anni, il problema era che il tempo inesorabile passava e lei cercava di nascondere una scomoda verità dentro a vestiti stretti e tanto tanto mascara.
E così arrivò la sera del compleanno, una torta con la panna con scritto “Auguri bellezza” senza alcuna indicazione degli anni.  Doriana aveva invitato alcune amiche di spinning di sua mamma e Alessio. 
Nel bel mezzo della serata si avvicinò il cameriere alla festeggiata e le chiese quanti anni compisse.
“Che cafonata pazzesca” disse Orsola. “Ma non lo sai che ad una ragazza non si chiede l’età?” disse Orsola, con un sorriso che più finto non si poteva.
Il cameriere rimase tra il divertito e lo sbigottito e rispose “a una ragazza no, ecco perché l’ho chiesto a lei”.
“A lei?” disse Orsola gonfia per la rabbia “A lei chi? Ma come ti permetti moccioso col pisello moscio!” in quel momento Doriana, la trascinò fuori dal locale.
“Mamma! Ma che stai facendo?” disse preoccupata
“Io? Ma chi è quel deficiente? Come si permette?!” disse aggiustandosi la spallina del top di paillettes che indossava.
“Mamma, sei una bellissima donna” disse Doriana con dolcezza, cercando di evitare l’ennesima reazione iraconda della madre “Ma non pensi che sia ora di smetterla con questa storia dell’età?”
“Ma quale storia! Quale età! Io non ho nessun problema ad ammettere che alla soglia dei quarantacinque non ho nemmeno una ruga”
E invece le rughe c’erano. Le rughe delle notti insonni ad aspettare il marito rientrare tardi dalle riunioni, le rughe sotto le labbra di chi ha passato tanto tempo a piangere, le rughe attorno agli occhi di chi si sforza di sorridere sempre. Pur nel riconoscere sua fragile follia di donna che non si rassegnava all’idea del tempo che passava,  Doriana era fiera di una mamma che nonostante le difficoltà sentimentali ed economiche era sempre riuscita a farsi forza e a non farle mancare nulla. Se quello che poteva renderla felice era vivere un’eterna gioventù (fasulla) non glielo avrebbe certamente impedito.
“ E vabbene mamma, a volte un’illusione vale più di mille verità. Ti lascerò vivere il tuo sogno” disse Doriana sorridendo a sua madre e accarezzandole il viso.
“Tesoro mio, mi sa che la vecchia qua sei tu! Ma quanto sei vecchia? Non è che cinquantacinque anni li fai tu stasera?”
E Doriana sorrise all’idea di una madre che fingeva semplicemente di non sapere quale età stesse vivendo.
Rientrando nel ristorante Orsola notò che su ogni piatto in cui il cameriere aveva messo una fetta di torta, aveva scritto il numero cinquantacinque con lo sciroppo d’amarena. 
Seconda crisi isterica della serata. 
Orsola prese i piatti uno ad uno e li gettò contro il cameriere.  Nel giro di poco il ristorante diventò un’accozzaglia di ceramica e panna montata.
“Ma tua madre è una pazza isterica!” disse Alessio, sbarrando gli occhi “Non voglio vedere mai più né te né lei”.
Doriana scoppiò a piangere, cercando di fermare Alessio che era scappato in scooter. Nei giorni seguenti Doriana cercò di farlo ragionare ma scoprii che il ristorante era gestito dalla sua famiglia e il cameriere era un suo cugino e la famiglia di Alessio non poteva accettare l’affronto tanto grave che era stato fatto all’intera famiglia Longobardi.
“Tua madre ha umiliato tutta la famiglia mia insultando mio cugino Luca al ristorante”
“Alessio ti prego non lasciarmi, io non c’entro nulla con mia mamma”
“E' stata un’umiliazione troppo forte io cuttè nun ce pozz stare cchiù” disse Alessio, muovendo ritmicamente la testa da destra verso sinistra per dire “no”
Insomma era una rottura insanabile. Sconvolta da questo amore finito Doriana salì sul tetto della scuola perché voleva farla finita, senza Alessio la vita non aveva più senso. Nulla aveva significato. E stare senza di lui equivaleva a non esistere affatto.
Casualmente Orsola passava di lì e vide sua figlia sul tetto del Liceo Cavour di Torino.
“Dorianaaaaaa” la voce le si spezzò in gola
“Lasciami, lasciami stare io m’ammazzo!”
“Tesoro che dici? Ti prego…. Aiutatemiiiii” Orsola si buttò a terra piangendo.
Alessio vedendo la scena si precipitò anche lui sul tetto per salvare Doriana.
“E’ tutta colpa tua se Alessio non mi ama più. Tu e la tua pazzia di essere sempre giovane. Mamma non lo sei! Mamma mi hai rovinato la vita, lui non mi vuole più, è colpa tua!Ti odioooo” gridava Doriana piangendo.
“Tesoro mio ti prego non fare sciocchezze, tesoro scendi, ti prego, ti scongiuro farò di tutto per te”
Nel frattempo Alessio era arrivato al tetto anche lui e tendendo la mano a Doriana le disse:
“ Non farlo, ti prego”
“Lasciami stare! Senza di te vivere non ha senso” disse Doriana.
“Dammi la mano Doriana, ti prego dammi la mano”.
“No io mi ammazzo perché a nessuno frega niente di me, nemmeno a te”
“Doriana tesoro è colpa mia lo so, hai ragione è colpa mia. Prometto che la smetterò, farò tutto quello che vuoi basta che scendi di lì, ti prego”
“Lui non mi vuole più perché tu sei una matta! Sei una matta, hai capito?” Doriana piangeva, ancora più sconvolta.
“Non è colpa mia se papà ti ha lasciato, non è colpa mia se il tempo passa e tu sei da sola, non è colpa mia se io sono giovane e tu non più. Vivi la tua vita per quello che è e i tuoi anni!”
“Doriana vieni qui, tesoro vieni qui”
Stava per afferrare la mano di Alessio quando scivolò. Per fortuna Alessio la prese in tempo prima che cadesse nel vuoto.
Intanto Orsola piangeva perché aveva capito chi era ascoltando una ragazza di vent’anni. Ma quando si cresce troppo in fretta e la vita scorre veloce, quando a sedici anni hai una figlia e sei a 700 chilometri da casa, quando non hai altri riferimenti tranne un marito che spesso rientra tardi a casa cresci troppo in fretta e senza tempo. E quando cresci prima del tempo e il tempo te lo bruci senza nemmeno accorgertene arriva il momento che quell’adolescenza che non hai potuto vivere la rivuoi indietro e te la prendi, perfino quando è troppo tardi. E te la riprendi così, con il leggins e le magliette corte, con i top glitterati e il mascara blu e le serate in discoteca.  Te la riprendi con le lampade abbronzanti e i weekend a Finale Ligure, con i costumi un po’ troppo striminziti per il tuo fisico.
E poi arriva il momento in cui la vita ti chiede il conto e te lo chiede in un secondo, quando tua figlia adolescente si vuole uccidere perché ha una mamma tutta matta come te.
“Avevi ragione tesoro, su tutta la linea, mi dispiace per quello che è successo mi dispiace non volevo.”
“Mamma lo so e ti capisco, posso solo immaginare come sia stata la tua vita. I sacrifici, le rinunce, la solitudine. Ero troppo sconvolta all’idea che Alessio volesse lasciarmi”.
“Tanto sconvolta da arrivare ad un gesto così folle e pericoloso?”
“Mamma che t’aggià di, l’esagerazione l’ho presa da te, ce l’ho en gopp 'e ven
E risero per la follia che contraddistingueva entrambe, mamma e figlia. E mentre ridevano Doriana si accorse che sua mamma si era messa lo stesso mascara con i glitter che si era comprata lei.

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