Qualche giorno fa ricordavo alcune lapidi che ho visto in un viaggio a Cracovia . Erano vuote senza nome né date né foto. Senza fiori. Ricordo lo sgomento che questa immagine ha creato dentro di me. Pensarci mi ha trasmesso un profondo senso di dimenticanza, di abbandono, di vuoto. Ed in effetti quanti significati si associano alla morte? Alle lapidi? Alla ritualità di questo eterno addio?
Mi stupisce l'attenzione che la cultura cristiana dentro cui sono nata e cresciuta riponga così tanti significati e attenzione alla morte. Sì comprano fiori freschi, lì si porta alla tomba. Ricordo mia nonna pulire con attenzione la tomba di mio nonno, lavarla con l'acqua, asciugarne il marmo. Io stessa lo faccio quando mi capita di andare al cimitero.
Però mi fa sorridere pensare alla cura con cui ci si approccia a questo momento della vita, i gesti, i simboli. L'idea che alla persona che non c'è più si debba mettere il vestito più bello, dare un aspetto decoroso. Non dico che non sia importante ma noto quanta rilevanza rivesta questo step anche rispetto alla vita.
Non sarebbe bello celebrare la vita alla stessa maniera? Perché tanta cura per la morte? Perché avviene una volta sola?
Eppure non è unico ogni istante, ogni giornata non riveste forse la stessa unicità? Io direi di sì. Nell'ultimo periodo mi ripeto spesso che ogni momento non torna più. Eppure nessuno ci insegna a celebrare la vita. Ad avere la stessa cura per qualcosa che nasce e che comincia. Non credo ci sia una ritualità degli inizi, una ritualità che includa il presente, che consideri il possibile, il momento presente. E se celebrassimo ogni giorno e tutti i nostri giorni come si celebra la morte? Se ogni giorno indossassimo il nostro vestito più bello, portassimo fiori per festeggiare che viviamo, ricordassimo il nostro nome?
C'è una cosa sola che fino ad ora mi pare faccia questo ed è la Biodanza. La Biodanza insegna a celebrare la vita, se stessi, a danzare, cantare, incontrarsi e festeggiare il vivente in tutte le sue forme finanche quella che abita dentro ognuno di noi. Quindi viva la vita! In una sessione di Biodanza non ci si sente abbandonati, ne dimenticati, né vuoti. Anzi si avverte la pienezza della vita. La Biodanza è un approccio alla vita. Bisogna vivere finché si è vivi e farlo di più e farlo ogni giorno e portare questo approccio in ogni gesto, in ogni sguardo, in ogni passo. Forse così riusciremo a calibrare meglio il dolore della perdita, dell'assenza e a riequilibrare anche il valore della morte e a non rimanere così sgomenti e senza parole di fronte a questo passaggio così delicato della vita.
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