fables de sucre |
C'era una volta un ragazzo con gli
occhi azzurri, Mirko. Era il tipo di persona che sa sempre cosa dire
in ogni circostanza, come rincuorare gli amici, ben voluto da tutti.
Stava con una certa Karola, una bionda senza sale. La tipica
fidanzata accondiscendente, la donna del sì disposta a perdonare
sempre tutti. Un giorno nel loro rapporto entrò Federica, un
incrocio tra il fisico di Aretha Franklin e la simpatia della sabbia
nelle mutande ed il rapporto tra Mirko e Karola divenne un fantastico
menage à trois, anche se Karola non sapeva nulla di tutto questo.
Ma un giorno che il tempo passava e
l'orologio biologico di Karola le bussò alla porta, lei andò da
Mirko:
“Mirko o ci sposiamo o ci lasciamo”
disse Karola, aggiustandosi gli occhiali sopra il naso con il dito
medio e pizzicando la “s”
lui si girò, puntando i suoi occhi
azzurri su di lei in silenzio e le disse:
“ora non ho soldi, devo comprarmi la
Ducati”. E il cuore di Karola si fermò in quell'istante esatto. In
quel secondo tutti suoi progetti, la casa in campagna con la
staccionata bianca, il labrador, due bei bambini biondi che correvano
felici in un prato svanirono: dissolti.
E nel frattempo il menage a trois
proseguiva. Federica si avvicinava alla preda sempre di più, come
uno squalo quando sta per addentare la vittima. Lentamente ma in
maniera violenta ed inesorabile. Era diventata la miglior amica di
Karola che le raccontava tutto di lei e di Mirko. E Federica si
inseriva nelle crepe del loro rapporto, nelle mancanze, nelle
carenze. Come il bostic. Ci si infilava dentro e le tappava.
Ma forse quello era amore. Un amore
folle e totale. Un amore che passa sopra a tutto e tutti. Che rovina
rapporti di amicizia, spezza cuori va oltre ogni barriera per una
persona. Forse l'amore, si chiedeva Federica nei suoi momenti di
riflessione è proprio questo: fare di tutto, essere disposti a
lottare sempre, anche contro se stessi, anche contro le cose giuste,
contro ogni bene.
Alla fine Karola, dopo anni di
sofferenze e di corna a primavera, estate ed autunno, trovò il suo
uomo staccionata, la sua possibilità di una famiglia in stile Mulino
Bianco, la casa in toscana con le mura bianche, un campo di grano
tutto attorno e tutto il resto. Si chiamava Adriano lui, ed era un
tipo senza sale proprio come lei.
Così il menage a trois presto divenne
un noiosissimo binomio. Una vita di coppia. Una routine costante.
Ovviamente a Mirko il menage mancava troppo perchè potesse rimanere
senza. Conobbe una barista, un tipetto allegro e vivace: Samantha.
Era piena di vita e di energia, due occhi neri neri e una risata
fragorosa.
“e che ci fa una ragazza così carina
in un bar come questo?” le disse Mirko con un sorriso da stregatto.
“tesoro, se un lavoro me lo dai tu
chiudo baracca e burattini e me ne vado subito, sciuè sciuè”
disse Samantha, scuotendo i fianchi in maniera molto teatrale e
fragorosa.
Ma Mirko le diede ben altro che un
lavoro. E così ebbe di nuovo il suo menage à trois, quello che gli
mancava, il brivido che stava cercando in una vita sempre uguale.
E di Samantha poi ce ne furono mille in
giro. Ma Mirko tornava sempre da Federica, sempre pronta ad
accoglierlo, a perdonare, ad indossare delle gran corna di cervo in
ogni stagione dell'anno. Era amore quello di Mirko per lei? Oppure
lei era il suo porto di mare, quello in cui lui sapeva di poter
tornare sempre e comunque, nonostante tutte le bariste del mondo,
nonostante tutte le bugie, nonostante tutte le finte partite di
calcetto?
Per Samantha Mirko lasciò il suo porto
di mare. Ma solo per qualche mese. Era diventato il fidanzato di
Samantha. Ma lei era una donna zavorra, di quelle che ti succhiano
l'energia vitale, che ti chiedono sempre di più.
“ma perchè devi sempre uscire con i
tuoi amici, resta cummè” le disse un giorno Samantha,
battendosi la mano sul petto
“ma stiamo sempre insieme, perchè
non possiamo uscire con i nostri amici di tanto in tanto” disse
Mirko, fissando incurante il televisore
“perchè tu sei l'amore mio, solo
accussì dobbiamo stare” disse Samatha, congiungendo i due
palmi , a simboleggiare l'unione che voleva ci fosse tra di loro.
“ma non dire stronzate” disse
Mirko, spingendo il palmo della mano verso l'esterno, in tipico stile
chissenefrega.
“tu a me non ci pensi mai, stai
sempre li a fissare sta tivvù, o sei a scrivere sul cellulare
chissàpoiconchi e con chi sta, con chi stai, dammi sto
cellulare e dallo ammè, che sono l'amore tuo!” e gli
strappò il cellulare di mano e scoprì tutti i messaggi di Federica.
“si nu strunz!vatinne disgraziat!
T'accid!” e Mirko corse via da casa di Samantha che continuava
con gli improperi in napoletano stretto e gli lanciava le scarpe.
Il tempo di uscire dall'androne del
palazzo Mirko si trovò di fronte ai cugini di Samantha, due brutti
ceffi con le braccia conserte e le magliette nere aderenti. Lo
presero per la camicia e lo gonfiarono finchè smise di urlare,
trascinandolo fino al marciapiede di fronte.
“accussì impari a fare lo
strunz” disse uno dei due, collana dorata al collo e naso da
pugile. E Mirko tossì, e sputò sangue e denti.
Ancora una volta Federica era lì
magicamente e lo soccorse. Gli occhi di Mirko si aprirono in un
sorriso sdentato quando la vide. Lui era veramente felice di vederla.
La sua mamma fidanzata, il suo porto di mare, la sua infermiera con
le natiche di Aretha. Lo tirò su, si mise il suo braccio attorno
alle spalle e gli disse:
“vieni Mirko, ti porto a casa” e
lui annuì, grato per quella donna che la vita gli aveva messo
accanto.
E a volte l'amore è una cosa che non
si spiega. Lo spieghi e lo capisci se ci stai dentro davvero. Se lo
vivi in tutte le sue imperfezioni, in tutte le sue sfumature. A volte
le persone sono il nostro porto di mare. Un posto sicuro in cui
sappiamo di poter tornare sempre: come quando fuori fa freddo, è
buio entri nel tuo bar preferito ed il barista ti fa una cioccolata
calda. Ecco l'amore è la cioccolata calda nei giorni freddi. L'amore
sono gli uomini staccionata: quelli che sanno darti esattamente
quello che stai cercando (e se ci si accontenta di una staccionata
allora è tutto perfetto).
E poi ci sono le corna, un accessorio
che funziona in ogni stagione dell'anno: c'è chi le sa portare e chi
no: si tratta semplicemente di scelte, o di stile!
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