Ho scoperto che in Svezia esiste un museo dei fallimenti. Ci hanno messo tutte le cose realizzate ma che non hanno mai avuto successo. Nella maggior parte di casi si tende a mettere in vetrina i nostri successi, i risultati che abbiamo ottenuto. Dimenticando però che spesso quei risultati sono stati la conseguenza di un insuccesso precedente, di un ineffabile fallimento. Eppure pensate a tutte le volte che una cosa è andata storta: un ingranaggio nel meccanismo. Avete pensato che non ce l'avreste mai fatta. Invece poi sì. Quel fallimento anzi è stato il punto di partenza per ricominciare con più slancio. O magari per cambiare strada. Gli insuccessi fanno parte del successo quanto il risultato stesso. Perché ci danno la traccia. Se riproviamo dove ci siamo fermati dicono della nostra tenacia. Se ci conducono da un'altra parte dicono che ci stiamo ancora cercando ma che continuiamo a camminare.
Sono stata bocciata ad un esame di archeologia all'Università. Ho ritentato e ho preso trenta. A volte le difficoltà ci servono per capire fin dove possiamo arrivare.
Ci ho messo una vita ad imparare ad andare in bici. I compagni.di classe mi prendevano in giro. Tutti quegli sfottò alla fine mi hanno dato la grinta per riprovare. E la bici per quasi un anno è stata il mio solo mezzo di locomozione.
Gli insuccessi dicono quanto voglia abbiamo di riprovare, di non farci definire da quei "no", quanto desideriamo qualcosa o quanto invece quel " no" ci dice che è il momento di cambiare strada.
Qualche settimana fa ho ricevuto un bel "no". Però anziché aspettarlo con ansia, me lo sono andato a prendere io. Facevo la corista in un gruppo e alla fine ho fatto come Jack Frusciante. Ora non lo so cosa porterà questo no, ma non mi fa paura.
C'è chi ha bisogno di prendere la rincorsa per arrivare dall'altra parte del fiume, c'è chi ha bisogno di cadere per accorgersi che si può rialzare. E quelle cadute valgono ancora di più dei trofei, degli incarichi,delle fasce onorifiche. Perché gli eroi si vedono in battaglia.
L’abbandono ti ucciderà. Ti farà venire voglia di morire e se lo lasci fare ti aprirà alla forma più radicale di amore per te stesso. Distruggerà i sogni d’amore della tua infanzia, sì, ma presto scoprirai che questo amore non è stato mai fuori di te. Ora, il tuo respiro è la tua casa e la presenza è il tuo santuario, e la vita stessa è il tuo amante più grande e amico e maestro. Non c’è nessun abbandono Qui nella Sorgente. Tu sei ciò che rimane quando tutto è perduto. JEFF FOSTER
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