Avere una mammasballo vuol dire dover diventare un supereroe. Vuol dire ascoltare la stessa domanda trecento volte e cercare trecentouno modi per rispondere in maniera diversa perché lei non si ricorda ma tu si. Vuol dire diventare genitore di tua mamma senza dimenticare però che lei è una donna adulta e che le sue scelte, anche se con qualche difficoltà, le sa fare da sé. Vuol dire assecondare, avvicinarsi e allontanarsi come l'acqua del mare dal bagnasciuga, vuol dire non sapere mai qual è la verità, non sapere a cosa credere e non sapere come rispondere ad una realtà che non sai se è vera. Vuol dire perdere il ruolo di figlia e perdere la tua mamma che diventa una mamma sballo. Una mamma che parla un' altra lingua, che si comporta in maniera diversa a volte inspiegabile e rimanere in piedi in mezzo ad una corrente che ti trascina. Vuol dire avere il cuore stretto in una morsa e a volte sentire un buco nero nella pancia quando non sai come comportarti e cosa è meglio fare. A volte è un susseguirsi di frustrazioni: difficoltà grandi a comunicare, a comprendersi . Vuol dire che magari tu capirai la sua lingua ma lei non saprà intendere la tua. Allora dovrai imparare una lingua antica, quella dei gesti e spererai che funzioni e che basti quella.. e a volte avrai dei piccoli successi, delle gioie. E dovrai aggrapparti a quelle come ci si aggrappa ad un ramoscello per non finire in un burrone. E poi ci saranno giorni migliori in cui la tua mamma sballo ti sembrerà ancora la tua mamma, la donna che conoscevi un tempo.
Ma spesso ti sentirai sola e smarrita dal non saper dire perché ti senti così sola . Sentirai che nessuno può capire quel buco nero nello stomaco, che da fuori le cose sono sempre semplici, i consigli non richiesti scendono giù come pioggia, ti sentirai in colpa, ti sembrerà di non fare abbastanza, di dover giustificare a tutto il mondo lo sballo di una mammasballo e ti sentirai perfino responsabile di quello sballo. Un po' troppo no? Sarà colpa dei tuoi superpoteri da supereroina pensare di poter controllare e gestire l'ingestibile perché molte delle volte le cose sfuggono al nostro controllo, anche quando si tratta di una mammasballo (anzi forse pure di più in questo caso). E ti ritroverai senza poteri, senza strumenti a combattere una guerra dove il nemico è più forte di te. E ti chiederai se vale la pena combatterla e ti chiederai per chi stai combattendo. E spesso non avrai le risposte. E studierai, studierai per capire il cervello come funziona, quel cervello di mamma sballo che sembra avere l'interruttore spento da un po'. Da troppo tempo.
E volevi scrivere un post allegro pieno di speranza e invece ti è uscito questo sgorbio di post. E non volevi parlarne e invece l'hai scritto perché sei convinta che le cose che ci spaventano ci uccidono dentro, se non troviamo il modo di farle uscire. E un giorno dovrai scegliere e diventare grande e non vorrai. E aspetti, attendi e procrastini, come Penelope coi Proci mentre aspettava Ulisse. Ma dovrai crescere e allora sì che la strizza sarà grande.
E l'unico mezzo che hai per affrontare tutto questo è trovare altre mammesballo e altri papàsballo e altre famiglie con il buco nero allo stomaco e i superpoteri e la frustrazione e i giorni brutti e inutili e i giorni belli e pieni di nostalgia.
E finisce così questo post perché ci ho messo dentro un ingrediente segreto: il coraggio di parlarne, di scriverne e di raccontare come mi sento. E se anche voi siete in questo sballo di vita potete condividerlo, sono qui.
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