Qualche giorno fa per caso sul profilo Instagram di un'amica ho visto una bottiglia di vetro con dei messaggi all'interno, Attaccata ad una staccionata di ferro, nei pressi del fiume Po con un insieme di fili di ferro che giravano su se stessi. Accanto ad ogni bottiglia c'era un messaggio indirizzato ad un destinatario ogni volta diverso, messaggio inciso a fuoco su un quadratino di legno.
Mi è sembrato un messaggio dal passato, di tempi ormai andati. Chi scrive più lettere? Quasi nessuno.
A parte le lettere a Babbo Natale che fino a poco tempo fa capeggiavano alla stazione di Porta Nuova credo che siano in pochi a scrivere lettere di carta, a mano poi! Lo afferma con certezza una che ancora le scrive e che dovuto girare almeno cinque cartolerie per trovare della "carta da lettera".
La lettera è una forma di comunicazione caduta purtroppo in disuso: troppo antica, troppo lenta, sia per chi la scrive sia per chi, dopo averla scritta, aspetta una risposta.
WhatsApp è più veloce, più immediato, più interattivo. E ci sono le emoticons.
Eppure credo che lettere scritte a mano conservano il fascino di una volta, dell'acqua di rose al posto del tonico, delle gonne lunghe sotto il ginocchio, delle attese. L'avvento di WhatsApp ci ha tolto la capacità di attendere, il gusto dell'immaginazione, la capacità di trattenerci di fronte a ciò che non conosciamo e che non possiamo sapere e che forse un giorno chissà, riusciremo a conoscere.
Comunque incuriosita dalla bottiglie e dagli intrepidi messaggi al suo interno mi sono recata su lungo Dora Firenze, sulla passerella che porta al Collegio Einaudi. E ho scoperto che ci sono molte lettere: una per ogni gusto: lettera ad una mamma, lettera ad un papà, lettera che contiene un segreto, lettera ad uno sconosciuto.
E mi ha commosso in questo tempo di social, di grandi distanze, di comunicazioni veloci e senza attesa che ci sia ancora una gran parte di Torino e di mondo che ha bisogno di raccontarsi, che ha bisogno di comunicare e che tanto è grande il bisogno che forse si preferisce uno sconosciuto, una persona qualsiasi che porta il cane a spasso lungo il fiume.
L'idea è dei #mahBanooJars: non so chi siano ma li ringrazio sentitamente per l'idea.
A chi scrivete un messaggio?
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