Un libro che vi consiglio di leggere è Kitchen di Banana Yoshimoto. Mi ricordo quando lo scoprii sul bancone di un supermercato e decisi di acquistarlo. È la storia di una ragazza, Mikage, che rimane completamente sola, senza famiglia e viene praticamente adottata dal suo compagno di scuola. Kitchen perché la cucina è l'elemento che lega tutti i momenti della storia: il rapporto della protagonista con la nonna, con il fidanzato, con il suo compagno di scuola. La cucina è la calma,l'amore, la meticolosità.
E la storia è tutta permeata dalle atmosfere giapponesi di ciliegi e di petali che cadono lenti sul terreno. Dai riti, dalle corrispondenze tra segni e cose che succedono veramente. E una storia d'amore delicata e mai sussurrata tra i due protagonisti. Un rincorrersi senza fretta e senza davvero correre. Un cercarsi immersi nei ritmi lenti tipici del Giappone. Insomma quello che più di tutto colpisce della storia è la magia sottile e precisa del Giappone, di calme che non ci appartengono, della pazienza di chi sa aspettare e non si arrabbia e prende le cose sempre per quello che sono per come sono.
E un personaggio fortissimo che nasconde un grande segreto. Un personaggio che reca in se il fascino dello ying e dello yang e che rappresenterà un riferimento per la protagonista.
Un romanzo di formazione in cui Mikage diventa una donna consapevole che ci conduce in una realtà colma di incanto e di ritualità. Un viaggio lontano da noi per capire che c'è un tempo per ogni cosa e che la vita, come il corso di un fiume, bisogna viverla lasciando che scorra via come acqua nel mare.
L’abbandono ti ucciderà. Ti farà venire voglia di morire e se lo lasci fare ti aprirà alla forma più radicale di amore per te stesso. Distruggerà i sogni d’amore della tua infanzia, sì, ma presto scoprirai che questo amore non è stato mai fuori di te. Ora, il tuo respiro è la tua casa e la presenza è il tuo santuario, e la vita stessa è il tuo amante più grande e amico e maestro. Non c’è nessun abbandono Qui nella Sorgente. Tu sei ciò che rimane quando tutto è perduto. JEFF FOSTER
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